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Il processo di liberalizzazione e di privatizzazione della Posta persegue l’unico obiettivo del profitto, a scapito delle condizioni di lavoro dei salariati e della qualità del servizio pubblico per tutta la collettività. Oltre allo smantellamento degli uffici postali sul territorio, abbiamo dovuto anche assistere recentemente allo scandalo di AutoPostale relativo a manipolazione di dati e malversazioni contabili. Una vergogna per quello che un tempo era il fiore all’occhiello del nostro servizio pubblico!

Il Partito Comunista ha preso atto quindi con molto interesse delle risoluzioni votate dai lavoratori riunitisi a Cadro lo scorso 24 marzo nell’ambito dell’assemblea del sindacato Syndicom Ticino e Moesano ed esprime loro la propria solidarietà, e ha già informato il sindacato che aderisce già sin d’ora all’appello a tutte le forze istituzionali, sociali e politiche affinché venga ripristinata la regia federale della Posta, la quale deve riattivare e riappropriarsi di tutte le attività soppresse o cedute ai privati.

Tra le altre risoluzioni votate dai postini vi è la richiesta di una moratoria immediata riguardante tutte le decisioni che comportano una diminuzione delle prestazioni dei servizi postali e il peggioramento delle condizioni di lavoro e la riapertura di tutti gli uffici postali chiusi durante gli ultimi due anni contro la volontà dei Municipi o dei cittadini. Non possiamo che condividere anche queste proposte!

Il Partito Comunista in una lettera indirizzata al sindacato e firmata da Massimiliano Ay e da Giorgio Bomio ha subito aderito all’appello, ricordando come già si fosse mosso nel Gran Consiglio ticinese con due atti parlamentari, ma ribadendo anche che la nazionalizzazione dei servizi postali non ha nulla di estremista ma è un passo doveroso in quanto stiamo parlando di un settore strategico della nostra economia!

Risoluzione Posta

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