GISO e GC unite affermano: “Votiamo per le idee e non per l’età”

Gioventù Socialista e Gioventù Comunista non hanno voluto aderire alla campagna "il 18 aprile vota giovane" promossa dalle altre organizzazioni giovanili dei partiti ticinesi

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Svariati partiti giovanili si sono organizzati per la campagna social “il 18 aprile vota giovane”. La Gioventù Socialista e la Gioventù Comunista hanno scelto di non partecipare per dare valore alle idee e non all’età. Come giovani politici e politiche critichiamo vivamente questo modo di condurre la campagna per queste comunali in quanto, e ne siamo fermamente convinti/e, una buona gestione del territorio e dei suoi abitanti si basa sui programmi politici e non sull’età.

La non adesione a quest’azione è stata una scelta ideologica più che di strategia politica. La gioventù socialista e la Gioventù Comunista credono che le scelte fondamentali per questi prossimi 3 anni (clima, diritti dei lavoratori e delle lavoratrici, gestione della pandemia e del prossimo periodo di recessione, parità effettiva tra uomo e donna, ecc.) prescindano dall’età ma non dal credo politico.

Questo modo di propagandarsi, inoltre, crea soltanto un maggior afflusso di giovani all’interno del mondo politico con un’idea falsata di quest’ultimo, dando la prospettiva di un cambiamento che non avverrà. Saremmo certamente contenti se i consigli comunali e i municipi si aprissero di più ai giovani e alle giovani ma la lotta all’interno dei legislativi e degli esecutivi, per sua natura, resta una lotta di ideologie. Per questo motivo troviamo ridicolo e incoerente che partiti di destra, centro e sinistra si uniscano in una campagna in parte comune, slegata da una proposta politica concreta volta al progresso della società. Come può un partito che si dice sociale, femminista e ambientalista propagandare giovani che non prevedono questi punti nella propria agenda politica? Unire le forze, insomma, va bene, ma occorre farlo sulla base di rivendicazioni concrete e di valori comuni o almeno affini, come è stato ad esempio fatto per richiedere al DECS una maggiore attenzione, nell’insegnamento della storia nelle scuole ticinesi, agli avvenimenti del XX secolo.

Oltre a ciò, riteniamo che il dato centrale per valutare la competenza di un politico non sia la sua età, bensì la sua preparazione e le sue capacità politiche. È per questo motivo, ad esempio, che la Gioventù Socialista e la Gioventù Comunista non solo promuovono i giovani e ne favoriscono la partecipazione attiva alla politica ticinese ed elvetica, bensì assicurano anche una loro costante formazione politica, necessaria per saper incidere in modo concreto nelle realtà istituzionali del nostro Cantone e del nostro Paese.

Pertanto, troviamo in questa azione la più esemplare idea elettoralista, che spesso si riassume nella frase “i politici sono attaccati alla poltrona”. Speriamo che nelle future campagne in Ticino e in Svizzera ci si accomuni per ideologia e/o proposte politiche concrete e non per un attaccamento ai seggi del municipio o del consiglio comunale. L’invito della Gioventù Socialista e della Gioventù Comunista è dunque quello di votare giovani preparati e formati politicamente e che abbiano a cuore il progresso sociale dei comuni nei quali vivono.

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