Il Partito Comunista ha appreso con tristezza la morte improvvisa del compagno Amar Bagdache, segretario generale del Comitato Centrale del Partito Comunista Siriano, che si trovava ad Atene dopo aver dovuto scappare dal suo Paese per sfuggire alla repressione del regime golpista che ha preso il potere con la complicità di USA e UE lo scorso dicembre.
Il compagno Amar Bagdache era nato a Damasco da una famiglia di origine curda il 16 agosto 1954, figlio dello storico leader comunista Khaled Bagdache e militava nel Partito dal 1969. Si trasferì quindi a Mosca dove, dopo aver conseguito un master in pianificazione economica all’Università Plekhanov, ottenne il dottorato in economia all’Università Statale Lomonosov. Dopo gli studi, nel 1984 tornò in Siria e si dedicò completamente alla politica e alla causa socialista.
Nel 1986 fu eletto segretario generale dell’Unione della Gioventù Democratica Siriana e nel 1990 divenne membro del Comitato Centrale del Partito Comunista Siriano (PCS), di cui assunse la funzione di segretario generale nel 2010. Nel 2003 venne anche eletto deputato al parlamento siriano, ma a seguito del colpo di stato filo-occidentale del dicembre 2024, il PCS venne dichiarato illegale unitamente a tutti i partiti di sinistra e numerosi patrioti siriani ed esponenti delle minoranze etiche e religiose vennero assassinati. Per sfuggire a tali persecuzioni il compagno Bagdache riuscì a fuggire ad Atene dove oggi è spirato a seguito di un infarto.
Lo ricordiamo per la sua lotta tenace a favore della laicità e della sovranità dello stato nazionale rappresentato dalla Repubblica Araba di Siria, la cui integrità territoriale era per lui essenziale: nonostante fosse infatti di origine curda non difese mai il Rojava, smascherando anzi il ruolo filo-imperialista del separatismo etnico. Il compagno Bagdache è stato anche uno dei leader marxisti-leninisti più influenti del mondo arabo e si impegnò, coerente con la sua visione internazionalista, a favore dell’unità dei popoli arabi contro l’imperialismo e il sionismo.
Come comunisti svizzeri, ricordiamo con emozione gli incontri bilaterali avuti con lui personalmente nell’ottobre 2011 e nel luglio 2018, la sua amicizia e la sua coerenza comunista ed esprimiamo le nostre più sincere condoglianze ai suoi familiari e al Comitato Centrale del Partito Comunista Siriano che è attualmente costretto ad agire coraggiosamente in clandestinità per liberare il popolo siriano dal terrore.








