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Dallo scorso 1° giugno la Confederazione impedisce che le indennità per lavoro ridotto siano erogate ai lavoratori che risultano anche titolari della loro attività. Questa situazione riguarda anche, per esempio, le piccole agenzie di viaggi gestite da un solo impiegato che è nel contempo dipendente e amministratore. Si tratta spesso di settori fra i più colpiti dall’emergenza sanitaria e che ancora oggi sono di fatto bloccati.

Lo scorso 22 giugno 2020 i due deputati in Gran Consiglio del Partito Comunista, Massimiliano Ay e Lea Ferrari avevano quindi chiesto con una interrogazione al Consiglio di Stato di attivarsi per sopperire alla lacuna provocata dalla decisione della Confederazione, che mettendo tutti i titolari di un’attività in un calderone unico, ha fortemente penalizzato una categoria di lavoratori fra le meno tutelate socialmente.

Ci felicitiamo del fatto che nella sua risposta del 26 agosto (vedi sotto), il Consiglio di Stato ci abbia informato di aver dato seguito al suggerimento del Partito Comunista e di aver portato all’attenzione del Consiglio federale questa problematica nell’ambito della procedura di consultazione della cosiddetta “Legge COVID-19” invitando Berna a reintrodurre l’allargamento della cerchia dei beneficiari delle indennità per lavoro ridotto alle persone con funzione analoga a quella del datore di lavoro. Auspichiamo dunque ora che anche la deputazione ticinese alle camere federali presti attenzione a questa urgente problematica, a cui il Ticino ha dimostrato di necessitare rapide e tempestive risposte.

R INT. 70.20 22.06.2020 RG 4297 (1)
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