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Nell’attuale clima di anti-politica dilagante e di crisi sociale, la credibilità delle istituzioni democratiche sarebbe quanto mai necessaria. Purtroppo, invece, la vicenda “Argo 1”, assumendo ogni giorno contorni più inquietati, getta ombre su tutta l’amministrazione cantonale e crea sfiducia nelle istituzioni pubbliche. Al posto del carosello di slogan e di dichiarazioni, occorre ora iniziare piuttosto a capire cosa è realmente successo e a trovare quindi delle soluzioni.

Per questo occorre costituire una commissione parlamentare di inchiesta (e non una commissione esterna che avrebbe le mani legate su troppi aspetti e che rischierebbe solo di far perdere altro tempo): essa non deve far luce unicamente su quanto avvenuto, ma avrà anche la missione implicita di mostrare un volto nuovo e onesto della politica! Oltre a ciò bisogna che il servizio di controllo interno come strumento atto a evitare fenomeni di corruzione sia reintrodotto.

Il Consiglio di Stato e il Gran Consiglio sono però pure chiamati a prendere molto più sul serio la questione delle agenzie di sicurezza privata: le mozioni del nostro deputato Massimiliano Ay inerenti la formazione degli agenti e il divieto di far capo a tali agenzie in ambiti sensibili (come il settore dei centri per richiedenti l’asilo) hanno ricevuto risposte troppo deboli, quasi a banalizzare il problema! Ci attendiamo quindi che le nostre proposte siano prese sul serio delle commissioni del Gran Consiglio che le analizzeranno. Il parlamento avrà poi la possibilità di votare a favore anche dell’iniziativa parlamentare del Partito Comunista che vieta ai municipi di esternalizzare a ditte di sicurezza privata l’esecuzione di atti di autorità di competenza della forza pubblica.

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