Ieri è emerso un nuovo caso di abuso presso la caserma di Liestal: dei sergenti avrebbero molestato in modo degradante dei soldati costretti a strisciare sul pavimento prendendoli a calci. Stando a un testimone ciò servirebbe a “divertire” i superiori …come fossimo al circo e i coscritti degli schiavi: stiamo parlando di forze armate e chi indossa una divisa rappresenta pur sempre lo Stato a cui ogni anno si affidano – a questo punto con quale fiducia?! – migliaia di giovani appena maggiorenni.
Siamo preoccupati dagli atti di nonnismo (che solo in parte emergono) e dalla poca indipendenza della giustizia militare (dove controllore e controllato sono la stessa cosa!). A ciò crediamo però vada aggiunto anche la questione della selezione interna dei quadri dell’esercito. Come noi comunisti – al tempo ancora chiamati Partito del Lavoro – avevamo previsto una ventina di anni fa le modalità di reclutamento e di organizzazione «all’americana» introdotte con la riforma di Esercito XXI risultano problematiche. Non bastano indagini disciplinari: le modalità di avanzamento e di formazione interna non funzionano, e anzi occorrerebbe trovare il coraggio di rimettere in discussione il principio stesso della milizia alla luce delle effettive esigenze di sicurezza nazionale.
Nelle caserme si sta trasmettendo ai giovani una forma mentis problematica che mira a banalizzare la violenza e le vessazioni contro le persone, a ridurre il tutto a una goliardata. Nel gennaio 2018 a Coira solo dopo l’intervento del SISA la polizia militare è intervenuta in un clima di spaventosa omertà contro un abuso di potere. Qualche mese dopo come Partito avevamo denunciato il fatto che a Emmen le reclute in un clima da branco sostenevano i loro superiori che avevano preso a sassate un loro commilitone. Nel caso attuale leggiamo su Instagram che per uno dei ragazzi in servizio quanto accaduto “non era nulla di che”…
La leggerezze e il pressapochismo che stanno prendendo piede nelle forze armate non sono più un caso isolato ma dovrebbero preoccupare in particolare chi crede nell’utilità dell’esercito, dalle cui fila occorre espellere non solo gli emuli di Rambo, ma in generale una sfilza di persone opportuniste e immature che accedendo a posti di comando mettono in pericolo la salute (fisica e psichica) dei coscritti. Da parte nostra, come Partito, ribadiamo l’impegno dei nostri giovani militanti nel favorire fra i loro coetanei la scelta del servizio civile come servizio alternativo a quello militare e realmente utile alla collettività.