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In Ticino si respira, a sinistra, aria di “bipolarismo”. In pratica o si è organicamente integrati all’area del Partito Socialista oppure ci si riconosce nell’unica presunta forza di opposizione incarnata dagli estremisti di MPS (che dopo la squallida vicenda dei livelli devono rifarsi una verginità). Alternative alle due tendenze sembra non ne esistano, almeno stando alla narrazione tutta mediatica di questi tempi (articoli di giornalisti e di presunti opinionisti nonché trasmissioni TV costruite ad hoc). Ma, per fortuna, non è così!

Anche sul piano elettorale, il Partito Comunista rifiuta questa logica bipolare secondo cui un cittadino di sinistra è quasi costretto a scegliere fra un partito governativo e un partito di sterile opposizione urlata e divisiva. Le alternative ci sono e vanno ricercate anche se vengono sempre più oscurate dai media. In vista delle Cantonali 2023 il PC resta come sempre aperto al dialogo, certo, ma a un anno dalle elezioni è prematuro parlare di listoni unici, predeterminando oltretutto su due fronti lo scacchiere politico della sinistra. Soprattutto è prematuro farlo quando con il PS vi è stato solo un incontro che risale all’estate scorsa e con i Verdi non vi è mai stata nemmeno una riunione in merito. La politica si faccia insomma su argomenti concreti, costruendo ancora prima di quelle elettorale, l’unità d’azione anche sul territorio e senza andare al rimorchio della ribalta mediatica.

Il Partito Comunista, con la sua identità indipendente, con il suo approccio di classe e il suo metodo di opposizione propositiva per costruire un progetto alternativo di società, con il suo forte movimento giovanile che a sinistra non ha pari in Ticino, con i suoi due deputati in Granconsiglio e la sua dozzina di consiglieri comunali, forte anche delle sue vittorie recenti (in primis: l’introduzione del principio di sovranità alimentare nella Costituzione), pure nella sua propensione unitaria è pronto a correre anche da solo come fatto con successo nell’aprile 2019, sempre se non vi saranno le opportune convergenze programmatiche e le necessarie condizioni politiche per costruire delle alleanze serie e non solo di opportunità.

LaRegione, 16 febbraio 2022
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