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L’iniziativa per la giustizia in votazione il prossimo 28 novembre indebolisce la democrazia – non siamo nella Grecia antica, siamo nella Svizzera del 21° secolo! – e trasformerebbe la scelta dei giudici federali in una squalificante lotteria. Nessun essere umano è neutrale: bisogna smetterla con questa retorica populista! Togliere ogni riferimento partitico non li abolisce certo, semplicemente li nasconde e rende quindi il sistema ancora meno trasparente perché, in ogni caso, qualsiasi candidato giudice, con o senza tessera di Partito, ha un’origine di classe specifica e aderisce una corrente politica (anche se non lo ammette).

Dare inoltre il potere di decidere a un gruppo di esperti (che ovviamente non sarà a sua volta neutrale) significa umiliare la democrazia e sostituirla con una forma di tecnocrazia. Il Partito Comunista è risolutamente per il primato della politica (che è fatta dal confronto e dallo scontro fra ideologie) sui tecnici. Il diritto è una scienza umana, non è né una formula matematica né si può ridurre alla sorte.

Occorrono insomma tribunali plurali che rappresentino in modo il più equilibrato possibile i sentimenti politici, le tendenze socio-culturali e le sensibilità giuridiche presenti della società. E’ prioritario oggi evitare un’egemonia di giudici reazionari e insistere per una equa rappresentanza dei pensieri politico-ideologici in magistratura.

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