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La decisione del Consiglio Federale di non garantire più la gratuità dei test rapidi per il COVID-19 a partire dal 1° ottobre è una misura che va a colpire uno strumento utile ad arginare la trasmissibilità del virus. Certo, la Confederazione prenderà comunque ancora a carico il costo dei tamponi per i sintomatici così come quello dei test a tappeto nelle scuole, ma ciò non basta.

Non si tratta, quella annunciata dal ministro Berset, di una misura medica ma prettamente politica, atta a spingere surrettiziamente la popolazione, desiderosa di partecipare a vari aspetti della vita sociale, a farsi vaccinare, quando nel nostro Paese non vige per legge un obbligo vaccinale. Una misura che, inoltre, al posto di unire la popolazione, continua a dividerla fra chi potrà o meno – per ragioni esclusivamente finanziarie! – permettersi i test continuando così a non vaccinarsi.  Questo approccio rischia di compromettere lo stesso successo della campagna vaccinale, in quanto si potrebbero alimentare dubbi e diffidenze in quella parte della popolazione che ancora esita a vaccinarsi: il pericolo è dunque quello di un minor ricorso ai trattamenti sanitari (come vaccini e test) che dovrebbero ridurre la diffusione del virus!

Contestiamo anche la scelta governativa di siglare contratti solo con le multinazionali Pfizer e Moderna, escludendo i vaccini (a tecnologia non mRNA) cubani, russi e cinesi. Ci sono cittadini svizzeri che recatisi a San Marino o in Serbia risultano regolarmente vaccinati con Sputnik o Sinopharm ma vengono discriminati alla stregua di “No-Vax”: lo troviamo inaccettabile!

Il Partito Comunista ritiene che tutti gli strumenti sanitari atti a contenere il virus debbano essere gratuiti. Lo avevamo chiesto in passato, invano, per le mascherine, così chiediamo lo stesso oggi per i tamponi e i test.


Firma la petizione rivolta al Consiglio federale

https://act.campax.org/petitions/covid-zertifikats-tests-mussen-gratis-bleiben

 

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