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Lo scorso 20 luglio cadevano i 20 anni del massacro di Genova, costato la vita al compagno Carlo Giuliani. Le manifestazioni contro la globalizzazione capitalista e contro il summit del G8 che si riuniva nel capoluogo ligure nell’estate del 2001 hanno rappresentato una cesura politica (e spesso anche psicologica) non solo per quei militanti che furono presenti, ma anche per quel “movimento dei movimenti” che da quell’esperienza non si seppe più realmente rialzare.

Ay con i genitori di Carlo nel 2006

Il nostro Partito è fra le organizzazioni svizzere con maggiori relazioni con l’esperienza di Genova: all’amicizia personale che lega il compagno Massimiliano Ay, nostro segretario politico, ai genitori di Carlo; si aggiunge l’impegno del nostro compagno Davide Rossi che proprio a Genova fu capo-delegazione del sindacato CIB-Unicobas, giornalista accreditato alla zona rossa e poi autore del libro “Col cuore nei giorni di Genova” (Alea Edizioni, 2006). Inoltre abbiamo da anni un legame di amicizia particolare con il compagno Vittorio Agnoletto, allora portavoce del Genoa Social Forum che da anni incontriamo a Locarno in occasione del Festival Internazionale del Film.

Nel 2011 il nostro Partito organizzò un evento per commemorare i primi 10 anni da Genova, di cui si parla sul portale di informazione Sinistra.chQuest’anno – per il 20° anniversario – abbiamo deciso di esserci. Per ricordare Carlo, che da destra hanno infangato come violento e facinoroso; da sinistra hanno dipinto quasi fosse un anarchico: quando lui non era nulla di tutto ciò, era un ragazzo di 23 anni che poteva andare al mare, ma che decise che il suo posto era un altro e che tentò all’ultimo di disarmare chi, insozzando una divisa e cantando marcette fasciste, disobbediva a ogni regola d’ingaggio sospendendo i più elementari diritti costituzionali.

Agnoletto a Genova 20 anni fa

Ma non si tratta solo di ricordare o commemorare, quanto piuttosto di tentare di progredire nell’analisi della società odierna, di come essa è cambiata rispetto al 2001 e di come sono evoluti i rapporti di forza nell’ambito della lotta di classe. Proprio in quest’ottica, come spunto di riflessione, il nostro Partito ha voluto anzitutto invitare i propri militanti a leggere i seguenti tre articoli:

Oltre ad aver inviato una piccola delegazione a Genova per l’anniversario, lo scorso 12 agosto abbiamo promosso un incontro pubblico intitolato “Dal NO G8 di Genova 2001 alla costruzione multipolare” in cui il compagno Vittorio Agnoletto presso il Centro Culturale “Il Rivellino” di Locarno, oltre a presentare la seconda edizione del suo libro “L’eclisse della democrazia. Dal G8 di Genova a oggi: un altro mondo è necessario” (Feltrinelli, 2021), si è confrontato con il compagno Davide Rossi sul tema del multipolarismo e con il compagno Massimiliano Ay sul tema del “movimentismo” e delle sue involuzioni.

Agnoletto, Rossi e Ay al Rivellino di Locarno

Riconoscendo il momento topico di Genova, il Comitato Centrale del nostro Partito, ne ha poi voluto approfondire la conoscenza e si è riunito con il coordinamento della Gioventù Comunista in un incontro interno a metà agosto con lo scopo di riflettere sulla strategia della tensione e sulle tecniche della repressione emerse a Genova, anche alla luce delle preoccupanti novità introdotte in Svizzera con la nuova Legge federale sulle misure di polizia per la lotta al terrorismo che svincolano le forze dell’ordine dalle accresciute garanzie proprie della procedura penale e che, non a caso, il nostro Partito col resto della sinistra ha recentemente tentato – invano – di bloccarla con un referendum (link).

Ci rallegriamo infine con il Sindacato Indipendente degli Studenti e Apprendisti (SISA), coordinato dai compagni Rudi Alves e Sarah Sbabo, che ha anch’esso, dal canto suo, colto l’importanza del Ventennale di Genova e nell’ambito del suo campeggio estivo svoltosi il 21 agosto scorso, ha voluto proiettare un documentario sul G8 e ha in seguito invitato compagni Zeno Casella e Massimiliano Ay a tenere un corso di formazione intitolato “Le pratiche di protesta in piazza: mobilitare, manifestare, gestire” in cui è stata affrontato il problema della gestione della piazza durante una manifestazione pubblica e la capacità di individuare le provocazioni e i rischi in un momento di forte tensione sociale.

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