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Finalmente il Consiglio Federale ha deciso che gli psicologi psicoterapeuti potranno esercitare a carico dell’assicurazione obbligatoria delle cure medico-sanitarie a titolo indipendente, offrendo in questo modo le proprie cure ai pazienti in modo facilitato. Fino ad ora per gli psicologi specialisti in neuropsicologia o per gli psicologi specialisti in psicoterapia era infatti necessario sottostare ad uno psichiatra, mentre da oggi basterà una prescrizione medica. Si tratta di una misura importante per rendere la psicoterapia accessibile soprattutto a quelle fasce di popolazione che durante questa pandemia ha vissuto e continuare a vivere momenti di notevole sofferenza per le conseguenze psicosociali legate alle restrizioni e alla convivenza con il virus.

Il Partito Comunista – purtroppo senza suscitare la dovuta attenzione da parte delle autorità e nemmeno dei media – aveva tematizzato e auspicava già durante il primo lockdown nella scorsa primavera, una copertura della psicoterapia da parte della assicurazione malattia di base, proprio come misura per arginare i danni della pandemia, ma al contempo per muoversi verso una più comprensiva democratizzazione delle cure psicoterapiche. La decisione di ieri è dunque in ritardo di almeno un anno ed è ancora parziale, poiché il massimo di 15 sedute stabilite dal governo può risultare insufficiente per un percorso terapeutico efficace.

La depressione, le problematiche legate all’ansia sociale, i problemi psicologici di qualsiasi natura stanno aumentando in maniera preoccupante in particolare tra i giovani e, proprio di recente, persino il sindacato studentesco SISA ha giustamente tirato il campanello d’allarme. Il Partito Comunista ritiene che a questi disagi siano fornite risposte tempestive ed efficaci dando alle stesse una certa priorità politica da parte dell’ente pubblico, oltre a superare l’egemonia delle terapie unicamente farmacologiche.

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