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Il Consiglio Comunale di Bellinzona ha affrontato questa sera due risoluzioni: la prima promossa dal Movimento per il Socialismo e la seconda promossa e sostenuta dai capi-gruppo in Consiglio Comunale. Entrambe le risoluzioni sono, a nostro avviso, insufficienti: la prima sembra non prendere in considerazione il voto popolare del 2019 e aveva dunque il chiaro intento di restare minoritaria, ma utile per la campagna elettorale, la seconda si limita invece a ribadire di fatto quanto previsto dall’accordo siglato fra Municipio e FFS senza quindi riuscire a orientare politicamente alcunché.

Il Partito Comunista, dopo averne discusso nell’Unità di Sinistra, e preso atto dei rapporti di forza in consiglio comunale, ha rinunciato a presentare una terza risoluzione di mediazione fra le due perché non avrebbe sortito alcun effetto: per chiarezza presentiamo all’opinione pubblica di seguito quelle che sono le nostre critiche, affinché sia chiaro l’approccio propositivo del nostro Partito e dei suoi candidati alle prossime elezioni comunali di Bellinzona.

La risoluzione approvata dal Consiglio Comunale chiede al Municipio di esercitare pressione affinché all’interno del nuovo stabilimento ferroviario di Castione sia creato il maggior numero di posti di lavoro: ciò è sicuramente positivo ma si dimentica di chiedere alle FFS di rinunciare a far capo ai lavoratori interinali che sappiamo essere uno strumento molto amato dai vertici aziendali per fare pressione sulle condizioni di lavoro.

La stessa risoluzione riconosce, a parole, le preoccupazioni dei sindacati e chiede che almeno nella fase di transizione di qui al 2026 sia conservata la manutenzione dei carri merci in Ticino. Giusto, ma si dimentica completamente una questione fondamentale e cioè la necessità di rivendicare la garanzia che, dopo il 2026, non vi siano cali nei volumi di lavoro. La lavorazione dei carri merci è – come scrivevamo già nel 2019 – un “segmento industriale innovativo e di ricerca”, non roba antiquata, insomma! È quindi certamente positivo che a Castione venga garantita la manutenzione di 19 treni del modello “Astoro”, ma se poi tutta la ricerca e l’innovazione nel settore merci sarà delocalizzata con investimenti fuori dal Ticino la situazione a Castione non sarebbe rosea.

Il Consiglio Comunale infine – gentilmente, con tanta cortesia, guardandosi bene dal fare troppa pressione a lor signori – invita le FFS a presentare il piano industriale del nuovo stabilimento di Castione. È il minimo che l’azienda dovrebbe fare per sapere se i manager ci hanno raccontato frottole o meno, ma ci si scorda di pretendere dall’ex-regia federale un maggiore coinvolgimento delle parti sociali nello stabilire modifiche strategiche in ambito produttivo, come chiedono i rappresentanti dei lavoratori.

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