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Il Gran Consiglio ticinese ha dato il via libera a “Più duale plus”, il piano che il governo cantonale ha elaborato per sostenere la formazione professionale. Un piano che si guarda però bene dal mettere in discussione le condizioni di lavoro e le effettive possibilità formative degli apprendisti, che ancora spesso sono da ritenersi manodopera a basso costo. Come abbiamo infatti denunciato in parlamento, nel suo piano il governo si rivolge anzitutto agli interessi padronali che non a quelli dei giovani lavoratori: alle aziende formatrici va infatti un bonus di 3 milioni di franchi.

Il Partito Comunista contesta questo sistema di formazione duale così strettamente vincolato alle aziende: qualsiasi oscillazione sul mercato del lavoro si ripercuote infatti (e spesso negativamente) sul futuro di chi cerca un primo impiego. Parallelamente senza contratto non si può accedere nemmeno alle scuole professionali, una situazione che limita il diritto allo studio perché lo rende dipendente dalla congiuntura economica. Ecco perché riteniamo che questa catena insidiosa vada spezzata e riformata radicalmente.

Tuttavia, pragmaticamente, in questo momento di pandemia, la priorità è quella di mantenere i posti di apprendistato. E’ in quest’ottica che i nostri due deputati hanno quindi optato per votare a favore del progetto “Più duale plus”. In particolare poiché esso prevede anche elementi positivi che come Partito Comunista salutiamo: in primis la decisione di rafforzare la rete di ispettori di tirocinio e di adeguare la campagna di collocamento 2020/2021; in secondo luogo è un buon segnale l’aumento di posti di apprendistato nell’amministrazione pubblica e negli enti finanziati dallo Stato. Ci rallegriamo infine anche che, sulla base delle necessità, si potrà far capo a misure sussidiarie per favorire anni “passerella” nelle scuole professionali.

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