Il Partito Comunista non può ignorare le lacune della presa a carico della prima infanzia in Canton Ticino. Chiaramente l’associazione che gestisce l’asilo nido di Taverne ha fatto il possibile e purtroppo non vi può essere la certezza assoluta che simili e deprecabili fatti possano accadere anche nelle strutture pubbliche.
Per quanto riguardo i fatti punibili penalmente si lascia alla giustizia fare il suo corso, mentre ci preme rilevare come la portata di questi spiacevoli eventi travalica le capacità e le possibilità gestionali della forma associativa. Infatti oggi a Taverne non si riesce più a garantire la presa a carica dei/delle bambini/e. Non solo le famiglie sono state scosse dalla vicenda ma purtroppo al momento non possono più usufruire del servizio di asilo nido.
Come già ribadito in altre occasioni non è tollerabile che le istituzioni cantonali e comunali non si prendano il fondamentale impegno educativo nei confronti dei primi anni di vita dell’essere umano in continuità alla scuola dell’obbligo, conquista ottocentesca del nostro paese.
Non di meno si tratta di un servizio che deve essere pubblico e accessibile a tutte le famiglie, senza trattamenti disparitari sul territorio e tra offerte private. La conciliabilità famiglia e lavoro deve essere permessa nei centri urbani e negli agglomerati così come nelle valli. Il Cantone deve mettere ordine nella galassia degli asili nido e garantire il servizio in modo uniforme su tutto il territorio con costi in base al reddito.
Ad espletare questo compito con costanza, vigilanza e qualità deve essere un’istituzione pubblica, che non può sospendere l’attività dall’oggi al domani, che ha gli strumenti di controllo interni per assicurare la presa a carico da parte di persone qualificate, retribuite correttamente con un’assegnazione di ruoli trasparente.