Share this page to Telegram

1. Nelle scorse settimane, nell’ambito di un’intervista concessa ad un settimanale portoghese, l’Ambasciatore degli Stati Uniti d’America (USA) a Lisbona ha avuto l’ardire di affermare che, qualora il governo portoghese dovesse procedere con la cooperazione tecnologia con l’azienda cinese Huawei per quanto concerne la rete 5G, avrebbe dovuto mettere in conto sanzioni e altre ripercussioni da parte di Washington. Nello specifico si tratterebbe di sanzioni sul piano della politica di difesa nazionale nonché a livello dell’intelligence NATO. Insomma: il diplomatico statunitense ha tentato di imporre un aut-aut alla Repubblica Portoghese e di dover quindi scegliere se schierarsi con gli USA o se continuare con il dialogo con la Repubblica Popolare Cinese.

2. Condanniamo senza mezzi termini quello che è a tutti gli effetti una attacco minaccioso all’indipendenza portoghese: siamo di fronte a una intollerabile ingerenza negli affari interni di una nazione sovrana, che denota il carattere imperialista e lesivo del protocollo diplomatico da parte dell’amministrazione statunitense. Solo il popolo portoghese, nell’ambito del proprio sistema democratico sorto dalla Rivoluzione dei Garofani e dalla resistenza antifascista, è padrone delle proprie scelte nazionali in materia di cooperazione economica e commerciale.

3. Come comunisti svizzeri esprimiamo non solo la massima solidarietà internazionalista e anti-imperialista ai nostri compagni del Partito Comunista Portoghese (PCP) e in particolare al compagno João Ferreira, candidato alla presidenza della Repubblica, ma invitiamo il governo di Lisbona, che non dimentichiamo essere a guida socialista, a non cedere alle minacce degli USA e a continuare la proficua partnership strategica con la Cina, in particolare nell’ambito dell’iniziativa “One Belt One Road” a tutto vantaggio dello sviluppo economico reciproco, della cooperazione win-win e della costruzione di un mondo multipolare.

4. La situazione venutasi a creare in Portogallo rappresenta un monito anche per la Svizzera: dopo il recente scandalo Crypto AG nel nostro Paese e dopo il voto di misura per acquistare aerei da guerra controllati dalla NATO, rivendichiamo che il governo di Berna garantisca la neutralità e l’indipendenza della Confederazione rispetto alle minacce statunitensi. Occorre diversificare i nostri partner economici, aprire maggiormente la cooperazione coi paesi emergenti e favorire relazioni internazionali orientate al multipolarismo e non sottostare a vincoli tecnologici esclusivi in ambito militare.


RESOLUÇÃO DO COMITÉ CENTRAL_PCS
CONDIVIDI