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Premessa
Le cifre fornite dalle autorità antimafia italiane e confermate negli scorsi giorni dall’Ufficio federale di polizia (Fedpol), nonché le operazioni contro la ‘ndrangheta che hanno investito di recente il nostro territorio, hanno riportato al centro dell’attenzione pubblica il fenomeno della criminalità organizzata in Ticino. Secondo le stime riportate, le cellule mafiose attive nella Confederazione sarebbero almeno 20 con un totale di circa 400 affiliati. Tra le realtà più toccate dal problema, insieme al Vallese e ai Grigioni vi sarebbe inoltre proprio il Ticino. Nel commentare quest’ultimi avvenimenti, l’ex procuratore pubblico Paolo Bernasconi intervistato dalla “NZZ am Sonntag” affermava in particolare che “per anni mafiosi e loro sodali hanno potuto aprire società bucalettere in Ticino e in Mesolcina, utilizzate per celare le loro attività criminali mentre polizia, procure, autorità comunali e del registro di commercio stavano a guardare”. Come ormai noto, per società bucalettere s’intendono quegli enti giuridici operanti nel settore finanziario che, non essendo facilmente rintracciabili in mancanza di uffici o recapiti propri, possono celare attività illecite come il riciclaggio, la truffa o la frode fiscale. Oltre a ciò, non mancano le vicende che vedono coinvolte tali società in episodi di fallimenti pilotati.

La collaborazione tra i diversi attori istituzionali
Con risposta del 15 agosto 2018 all’interpellanza n. 18.3453 di Giovanni Merlini, il Consiglio federale spiegava come il controllo delle condizioni per avviare un’attività economica non incombesse all’Ufficio del registro di commercio, bensì alle autorità competenti. Così facendo, spetta alle stesse verificare se necessario le iscrizioni al registro di commercio ed eventualmente intervenire quando vi è il sospetto di confrontarsi con un’impresa che agisce in modo opaco oppure non rispetta gli obblighi sanciti anzitutto dall’ORC. In questo contesto, la collaborazione dell’Ufficio del registro di commercio con gli altri attori istituzionali assume necessariamente una valenza centrale. Nel quadro delle rispettive competenze, le autorità interessate dovrebbero perciò contribuire collettivamente alla lotta contro le società bucalettere: a partire dal Ministero pubblico, dalla Divisione delle contribuzioni, dall’Ufficio dell’ispettorato del lavoro, dalla Polizia cantonale, ma anche e soprattutto dai Comuni.

L’importanza particolare assunta dal Comune
Nel suo rapporto alla mozione n. 7788, il Consiglio di Stato non ha mancato di ribadire l’importanza dei Comuni nel contrastare gli abusi nell’ambito delle società bucalettere. Seppure confrontato con un diverso ordinamento istituzionale, nella risposta alla petizione “Moesano pulito” anche il Governo grigionese ha sottolineato inoltre il ruolo degli enti locali in relazione al fenomeno. Non a caso, sono diverse le realtà comunali che si sono dotate di un’apposita prassi di controllo per vigilare sull’arrivo di nuove società sul territorio. Una volta constatata l’iscrizione al registro di commercio, il Comune di Stabio provvede ad esempio ad effettuare delle verifiche relative al pagamento delle imposte, ai contributi AVS e alla raggiungibilità fisica dell’impresa. Nel rispetto della ripartizione di competenze in materia e del principio di collaborazione con le autorità cantonali, un tale ‘’modus operandi’’ mette insomma a frutto il margine di manovra a disposizione dei Comuni. A questo proposito, va ricordato infatti che gli stessi possono segnalare all’Ufficio del registro di commercio quelle società che, dopo l’espletamento dei dovuti controlli, risultano ancora irreperibili. Più in generale, rileviamo che al fine d’accertare l’eventuale presenza di società fittizie il Comune viene chiamato a collaborare anche con svariate autorità, come l’Ufficio della migrazione e la Sezione della popolazione.

La presenza di cantieri aperti per gli enti locali
A riprova di quanto esposto, sempre nel rapporto alla mozione n. 7788 il Consiglio di Stato affermava di convenire sull’importanza di valorizzare il ruolo dei Comuni e di migliorare la loro collaborazione con le autorità cantonali. Nell’ottica di sensibilizzare i Municipi sulla problematica, veniva evidenziata in quella sede la funzione della Piattaforma di dialogo Cantone-Comuni, attraverso la quale sarebbe stato costituito proprio nel marzo del 2019 un gruppo di lavoro dedito ad analizzare le criticità relative all’incasso delle imposte ordinarie. Nell’ambito della lotta contro le società bucalettere, tra i diversi temi affrontati vi è stato anche quello dell’impiego del “registro delle attività economiche” allestito dai Comuni. Grazie al Regolamento del 28 agosto 2001 sussiste infatti l’obbligo di tenere il controllo delle attività economiche esercitate nel territorio comunale, allo scopo d’accertare i dati relativi alle società installate nel Comune (compito che ci risulta venga svolto a livello cittadino dall’Ufficio Controllo Abitanti – Attività Economiche). Uno sforzo concertato senza dubbio meritevole d’essere incoraggiato che, stando alle informazioni in nostro possesso, avrebbe dovuto portare secondo le previsioni a un rapporto iniziale del gruppo di lavoro nel primo trimestre del 2020.

Domande
Alla luce delle recenti vicissitudini connesse alle società bucalettere, della necessità d’un intervento coordinato tra i diversi attori istituzionali, dei margini di manovra a disposizione del Comune e dell’apposito lavoro svolto in seno alla piattaforma di dialogo Cantone-Comuni, per stimolare una maggiore chiarezza e attività attorno al problema rivolgiamo al Municipio le seguenti domande:

  1. Come viene svolto il controllo sulle attività economiche nel territorio comunale? Il Comune si è dotato di un’apposita prassi per vigilare sulla regolarità delle società appena installate? Quali verifiche particolari vengono esperite e con quale frequenza allo scopo?
  2. Come viene organizzato l’Ufficio Controllo Abitanti – Attività Economiche? Come e in quali ambiti collabora con gli altri servizi comunali e soprattutto con le autorità cantonali, ai fini della lotta contro le società bucalettere?
  3. Quante sono le società iscritte al registro di commercio e le nuove richieste d’iscrizione che vengono mediamente presentate durante l’anno nel Comune? Reputa che le risorse destinate al controllo sulle attività economiche permettano d’assolvere in maniera ottimale i compiti di vigilanza che incombono al servizio?
  4. E’ possibile sapere quanti abusi sono stati accertati negli ultimi anni in relazione al fenomeno delle società bucalettere a Lugano? A quanto ammontano le segnalazioni inoltrate dai servizi comunali alle autorità competenti in caso di sospetto d’illecito o irregolarità nel medesimo periodo?
  5. Le autorità comunali hanno già riscontrato problemi legati all’irreperibilità di determinate società? Di quanti casi si tratta e come si procede di regola in tale evenienza? Si può risalire a quanto corrispondono gli ammanchi fiscali causati da questo genere di situazione per il Comune?
  6. Quali direttive, raccomandazioni o comunicazioni sono giunte al Municipio da parte delle autorità cantonali, per quanto attiene alla lotta contro le società bucalettere? In quale misura si è inteso dare seguito alle indicazioni contenute nelle medesime?
  7. Quale ruolo intende svolgere il Comune in seno alla piattaforma di dialogo Cantone-Comuni per favorire la ricerca di soluzioni condivise al problema delle società bucalettere? Quale indirizzo sta perseguendo e con quali risultati il gruppo di lavoro sopramenzionato?
  8. Come giudica la dimensione e la gravità del fenomeno delle società bucalettere nel territorio comunale? Quali altri margini di manovra intravede a livello cittadino per affrontarlo?

Con ogni ossequio.

Edoardo Cappelletti, consigliere comunale del Partito Comunista (primo firmatario)

Co-firmatari: Baratti, Bassi, Buri, Ducry, Fumasoli, Ghisletta, Prati, Schönenberger, Zoppi

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