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I contraccolpi economici e sociali della pandemia attualmente in corso sono numerosi e di varia natura: licenziamenti, chiusura di attività, riduzione dei salari (ad esempio in caso di ricorso al lavoro ridotto), ecc. Le conseguenze per quanto riguarda il reddito delle famiglie rischiano di essere notevoli e di protrarsi nel tempo, visto l’approssimarsi di una recessione economica che viene attestata anche dalla Segreteria di Stato dell’economia. Alcune categorie sociali sono state inoltre purtroppo trascurate dalle misure di sostegno economico messe in campo dalla Confederazione e dai Cantoni: fra queste, le studentesse e gli studenti.

Ricordiamo che, secondo l’Ufficio federale di statistica, il 75% degli studenti universitari in Svizzera svolge una professione lavorativa a fianco del proprio percorso formativo, spesso e volentieri in settori toccati dal “lockdown” imposto dalle autorità (come ad esempio quello della ristorazione). Numerosi studenti hanno dunque perso una parte importante del proprio reddito, mentre ai propri genitori potrebbe essere accaduto o accadere presto lo stesso: inutile dire che i calcoli sul reddito realizzati mesi fa per stabilire l’accesso ad una borsa di studio non sono ormai più corrispondenti alla realtà. A fronte del calo delle entrate, le spese da sostenere (affitto, cibo, cassa malati, rette universitarie, trasporto, ecc.) sono rimaste però essenzialmente le stesse. Il rischio più concreto di tale situazione è l’abbandono degli studi da parte di coloro che non disporranno più dei mezzi finanziari necessari a poter proseguire il proprio percorso formativo.

Anche numerosi neo-laureati rischiano di trovarsi in serie difficoltà: il sistema di frazionamento delle borse di studio vigente in Ticino costringe infatti gli studenti di master a restituire allo Stato un terzo della somma ricevuta al termine dei propri studi. Viste le serie difficoltà economiche, il rallentamento delle attività produttive e la minore domanda di lavoro che si prospettano all’orizzonte, numerosi di loro saranno impossibilitati a restituire tale cifra e, anzi, rischiano di vedere accresciuta la propria instabilità economica poiché già gravati da un simile debito prima ancora dello scoppio della crisi!

Per queste ragioni – prese in considerazione anche le ripetute richieste del Sindacato Indipendente degli Studenti e Apprendisti (SISA) – con la presente mozione si chiede al Consiglio di Stato di intervenire a sostegno delle studentesse e degli studenti in difficoltà finanziarie attraverso:

  1. L’introduzione di aiuti finanziari straordinari per gli studenti che possono dimostrare di aver perso la propria occupazione o un calo del reddito dei genitori o degli affidatari;

  2. Il condono di tutto il debito studentesco maturato a beneficio dello Stato, rinunciando a pretendere dalle/gli studentesse/i il rimborso dei prestiti e dei relativi interessi.

Massimiliano Ay e Lea Ferrari, deputato del Partito Comunista in Gran Consiglio


Il governo aiuti gli studenti! Il SISA lancia una petizione online

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