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E così sarà il nuovo parlamento che uscirà dalle elezioni federali del prossimo 20 ottobre a decidere sulle divergenze relative al cosiddetto “miliardo di coesione”. Come Partito Comunista ribadiamo la nostra opposizione per la spesa di oltre un miliardo di franchi da parte della Confederazione a favore di alcuni Stati membri dell’Unione Europea.

Il fatto che i partiti borghesi preferiscano prendere la decisione solo dopo le elezioni ha un solo obiettivo: farsi prima rieleggere in ottobre, magari raccontando frottole ai cittadini, e poi comunque regalare i soldi ai loro complici dell’UE.

Il “miliardo di coesione” pagato dai lavoratori del nostro Paese finirà nelle mani di quei governi dell’Est Europa che hanno distrutto i loro Paesi, privatizzandone l’economia e obbedendo ai diktat della Banca Mondiale, dell’UE e della NATO, e senza democratizzare alcunché, basti vedere le repressioni anti-sindacali che certo non mancano. Il “miliardo di coesione” è inoltre un subdolo modo per le multinazionali svizzere (sponsorizzate coi soldi di tutti noi) di saccheggiare il mercato est-europeo a loro piacimento.

Chi sogna che questi soldi servano a ridurre le disparità fra paesi europei si sta semplicemente illudendo. Chi pensa che questi soldi diminuiranno i flussi migratori non si rende conto che questi ultimi potranno ridursi solamente una volta indebolita la NATO e la sua politica guerrafondaia. E non sarà nemmeno la minaccia di interrompere il programma Erasmus a farci titubare: le università svizzere sono ampiamente in rete con il mondo accademico internazionale (anche se ancora molto dovrà essere fatto soprattutto nell’apertura alle università dei paesi emergenti), per cui gli studenti del nostro paese potranno continuare a beneficiare di queste opportunità.

Il Partito Comunista correrà alle prossime elezioni federali con due giovani Angelica Forni e Lea Schertenleib, che già hanno lottato per questi temi e che saranno candidate al Consiglio Nazionale con un chiaro programma di riscoperta della nostra sovranità economica, della nostra apertura verso i paesi emergenti e della nostra neutralità rispetto all’UE. La lista “Verdi e Sinistra Alternativa” a cui aderisce anche il Partito Comunista è infatti l’unica lista di sinistra anti-europeista!

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