Le Elezioni Cantonali sono alle porte e, alle nostre spalle, scorgiamo ormai una legislatura senza dubbio deludente. Dinnanzi a un mondo del lavoro sempre più precario, ancora non disponiamo di un salario minimo dignitoso come voluto dal popolo nel lontano 2015; malgrado le belle parole spese sull’importanza della formazione, il rafforzamento delle borse di studio è stato rinviato ancora al prossimo quadriennio; a fronte di un costante aumento degli affitti, la politica dell’alloggio cantonale sembra tuttora ferma al palo. A fare da contorno, vi sono inoltre una serie di scandali che hanno visto coinvolto il Consiglio di Stato, il quale, attraverso comportamenti del tutto contestabili, non ha certo contribuito ad arginare un clima di pericolosa e talvolta strumentale sfiducia verso le istituzioni.
E’ anche in risposta a tale scenario che il Partito Comunista, dopo avere provato fino all’ultimo di unire la sinistra, si è presentato con grande senso di responsabilità davanti all’elettorato. Coscienti dalla particolare importanza della contesa elettorale, relegata troppo spesso a momento di spettacolarizzazione e personalizzazione della politica, negli ultimi mesi abbiamo infatti cercato di portare avanti, con la massima serietà e dedizione, un programma di rinnovamento del nostro Cantone (www.partitocomunista.ch/tabu). Non lo abbiamo fatto con slogan o folklorismo, ma avanzando proposte concrete, coraggiose e praticabili, capaci di incidere subito a fondo nella nostra società: in ambito economico, sociale, ambientale, culturale e fiscale. Ad animare questa campagna, ricordiamo siano inoltre stati numerosi giovani, accomunati tutti dalla convinzione che, per rilanciare davvero la sinistra, sia necessaria anzitutto una preparazione politica dei suoi militanti: ne è un esempio la lista al Governo, composta da cinque profili giovani ma attivi da anni nelle istituzioni, nel Partito e nella società civile.
Questo approccio è stato alla base anche dell’intenso lavoro svolto in questi ultimi quattro anni in Gran Consiglio, nel corso dei quali il nostro deputato ha presentato ben una settantina di atti parlamentari. Grazie a essi siamo riusciti a fare emergere molti temi centrali, dal lavoro, all’educazione, fino al trasporto pubblico e alla sicurezza, riscuotendo anche diverse vittorie: basti pensare all’aumento dei posti del corso passerella, al miglioramento della formazione degli agenti di sicurezza e al maggiore controllo sulle scuole private. Seppure con una sola voce, il Partito Comunista ha dimostrato insomma di sapere lavorare al servizio della popolazione, senza cercare a tutti i costi la ribalta mediatica. Al contrario, in Parlamento abbiamo cercato sempre di incarnare un’opposizione costruttiva, in grado di contrastare coerentemente la politica delle destre ma anche di formulare, sempre da sinistra, delle soluzioni alternative. Un metodo al quale, nel solco della migliore tradizione del Partito del Lavoro di Pietro Monetti, continuiamo a rifarci con vivo interesse.
L’operato dei comunisti non si esaurisce certo nel Parlamento, e ciò lo dimostra anche il nostro impegno nei Consigli comunali, nel movimento studentesco e in svariate associazioni. Ciononostante, preservarne la rappresentanza è un fattore indispensabile per dare continuità all’importante lavoro svolto, in modo affidabile e sempre più apprezzato, dentro e fuori le istituzioni. Nella pluralità della sinistra, un sostegno al Partito Comunista, che questa volta si trova a correre da solo, può significare un vero voto utile per il Gran Consiglio. Seppure molto incoraggiati dai segnali giunti in questo ultimo periodo, non nascondiamo infatti che la strada rimanga comunque in salita: motivo per cui, per continuare a mantenere una voce costruttiva nel dibattito politico cantonale, non possiamo che rinnovare l’appello a votare la lista 9 Partito Comunista (PC) – Indipendenti.