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Nell’ambito di testimonianze da noi raccolte circa il ricovero e la degenza nelle cliniche psichiatriche, abbiamo rilevato situazioni che necessitano chiarimenti da parte del Consiglio di Stato e che di seguito espongo.

1. Nell’ambito di un ricovero recente presso la Clinica Santa Croce di Orselina (che ha ottenuto nel 1998 l’inserimento nella pianificazione ospedaliera cantonale), a differenza di quanto accaduto presso la Clinica Psichiatrica Cantonale di Mendrisio, a un paziente non risulterebbero essere stati presentati i propri diritti e non gli sarebbe stato consegnato alcun foglio di ricorso. Chiedo se esiste un obbligo di informazione in tal senso per le strutture psichiatriche e, in caso di risposta negativa, se non sia il caso di prevederlo.

2. Sempre nell’ambito di un ricovero recente presso la Clinica Santa Croce di Orselina e sempre a differenza rispetto alla struttura di Mendrisio, un paziente non avrebbe ricevuto alcuna informazione circa l’esistenza di associazioni di tutela dei suoi diritti e di associazioni di assistenza ai famigliari. Sulla scorta di questi esempi chiedo se esista un obbligo di informazione in tal senso per le strutture psichiatriche e, in caso di risposta negativa, se non sia il caso di prevederlo.

3. L’utilizzo regolare di test “usa e getta” per valutare l’eventuale consumo di stupefacenti da parte dei pazienti in entrata alle strutture psichiatriche pone qualche interrogativo. Alla luce di alcune testimonianze in cui tali test per ben due volte consecutive hanno dato risultati errati (il personale di cura avrebbe affermato “due falsi positivi possono capitare”), ci chiediamo se essi siano abbastanza affidabili, calcolando che non sempre i pazienti di tali strutture sono nelle condizioni di poter reagire a loro tutela. Oltre a ciò chiediamo se ai pazienti è data facoltà di richiedere un’analisi di laboratorio più approfondita di fronte al sospetto di fallimento di tali test.

4. Nell’ambito del controllo che lo Stato esercita sulle strutture psichiatriche cantonali pubbliche e private, non sarebbe utile istituire un organo di verifica indipendente che tuteli i diritti dei pazienti ricoverati?

5. Prendendo spunto dal 40° anniversario della cosiddetta “Legge Basaglia” (1978) attraverso la quale, nella vicina Italia si intese chiudere i manicomi, ne approfitto per chiedere al Consiglio di Stato una valutazione dei rapporti circa la qualità del servizio offerto e il benessere dei pazienti e se esistono delle prospettive di maggiore integrazione con i servizi territoriali per rendere capillare, attenta al territorio e meno onerosa l’offerta circa i vari servizi psichiatrici.

Massimiliano Ay, deputato del Partito Comunista

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