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Un paio di settimane fa la Posta di Lugano ha comunicato ai propri dipendenti che, tra ottobre e novembre prossimi, verranno licenziati almeno una ventina di lavoratori. La segnalazione giunta nella giornata odierna al Partito Comunista è stata poi confermata qualche ora più tardi dai media e dal sindacato Syndicom, stupito dalle tempistiche (benché sia un partner sociale, il che lascia qualche dubbio sulla trasparenza e la correttezza dell’azienda!). Comprensibilmente i lavoratori stanno vivendo giorni di grande apprensione in attesa di quanto accadrà al loro posto di lavoro. 

Naturalmente la Posta gioca con le parole: “trasferimenti”, “prepensionamenti”, ecc. ma non riesce comunque ad escludere completamente dei licenziamenti. Oltre a ciò la Posta banalizza il dato: si tratterebbe “solo” di una ventina di persone su 116 collaboratori in 18 filiali. In ogni caso di perdita di posti di lavoro stiamo parlando e di condizioni di ulteriore precarietà per i lavoratori. Queste notizie purtroppo continuano ad arrivare senza che le autorità agiscano, creando così un clima di sfiducia nella cittadinanza sull’effettivo controllo da parte dello Stato del servizio pubblico.

A fine 2016 il Gran Consiglio ticinese ha approvato un’iniziativa cantonale che chiedeva di migliorare la qualità della rete di uffici postali e rafforzare il ruolo delle autorità comunali in relazione alla distribuzione territoriale degli stessi e al contempo è stata approvata anche una risoluzione relativa a  una moratoria della chiusura di uffici postali. Questi atti parlamentari sono già lettera morta? I partiti borghesi che in Consiglio nazionale votano per le privatizzazioni e in Gran Consiglio per le moratorie si sono messi d’accordo sulla linea da seguire?

Il Partito Comunista esprime solidarietà ai dipendenti della Posta di Lugano e deplora queste continue misure di razionalizzazione con cui si umiliano persone e territori (non solo periferici), oltre che tutto il servizio pubblico. Invitiamo il Consiglio di Stato a protestare e a sollecitare un nuovo intervento di Berna sulla ex-regia federale. Nel contempo ricordiamo che l’unico modo per risolvere alla radice questo problema è che i deputati votino a favore dell’iniziativa cantonale depositata da Massimiliano Ay a nome del Partito Comunista volta a ri-nazionalizzare la Posta.


Ripristinare la regia federale della Posta!

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