Il Tribunale amministrativo federale ha stabilito che è la Posta che decide se chiudere, trasferire o trasformare un ufficio postale. Questo dimostra che pur essendo un’azienda a capitale pubblico, in realtà la Posta è definitivamente privatizzata, non deve rendere conto praticamente a nessuno e quindi continuerà a smantellare uffici postali, a licenziare lavoratori e a umiliare il servizio pubblico del nostro Paese.
Non si può continuare con i comunicati stampa di indignazione, con le petizioni che poi finiscono in un cassetto, ma bisogna andare a colpire alle radici del problema. 20 anni fa con la riforma delle PTT è stato distrutto un settore strategico dell’economia nazionale che dobbiamo recuperare!
Il Partito Comunista ribadisce quindi la necessità di nazionalizzare la Posta, riprendere sotto il controllo pubblico i settori redditizi esternalizzati, licenziare i manager che hanno diretto questo gioco al massacro contro gli interessi dei cittadini, dei lavoratori e della stessa Confederazione.
Ci auguriamo che tutti i partiti in Gran Consiglio sosterranno l’iniziativa cantonale per il ripristino della regia federale della Posta depositata dal deputato del Partito Comunista Massimiliano Ay.
Indignarsi per i tagli non basta, bisogna votare per ri-nazionalizzare la Posta!