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Lunedì il Gran Consiglio ticinese ha approvato una cifra complessiva di oltre 33 milioni di franchi a favore di vari interventi per l’edilizia scolastica, divisi in tre crediti: uno per il comparto scolastico ex-Torretta a Bellinzona, uno per la scuola media di Viganello e un altro per il Centro professionale del verde di Mezzana. Oltre a ciò il governo ha preso l’impegno di trovare una soluzione definitiva in relazione alla carenza di spazi da dedicare a palestra alle Scuole medie di Gordola, come chiedeva una mozione promossa dal deputato socialista Bruno Storni sottoscritta anche dal nostro granconsigliere.

Il deputato del Partito Comunista, Massimiliano Ay, ha votati con convinzione tutti e tre i crediti essendo, quelli per il miglioramento delle infrastrutture destinate al settore formativo, degli investimenti strategici su cui il nostro Partito ha sempre insistito nei dibattiti sui Preventivi dello Stato: garantire condizioni di studio e di ricerca ottime è necessario per lo sviluppo sociale ed economico del nostro paese, che non ha altre “materie prime” se non i cervelli.

Quella per l’edilizia scolastica è una battaglia condotta da anni non solo dai comunisti, ma sul fronte studentesco in modo preponderante da parte del Sindacato Indipendente degli Studenti e Apprendisti (SISA) a cui va riconosciuto il merito di essere spesso e da quindici anni all’origine dei dibattiti di fondo sulla scuola pubblica.

La campagna per risanare gli edifici scolastici dalle presenze di amianto iniziata nel 2005 proprio dal SISA aveva spinto l’autorità cantonale a bonificare vari stabili; l’anno successivo era invece la volta della lotta contro la mancanza di spazi nei licei (che veniva affronta dal DECS con la politica delle “baracche”). Nel 2014 gli studenti avevano poi rivendicato un vero e proprio Piano cantonale per l’edilizia scolastica con una campagna di sensibilizzazione sul territorio che sfocerà in un sit-in di protesta al Centro Professionale Commerciale di Chiasso.

Finalmente nel 2015 il DECS risponde con un “Masterplan sull’edilizia scolastica” da 600 milioni (spalmati su più anni fino al 2031) che supera la politica dei “cerotti”.

Ancora nei mesi scorsi, era il 30 novembre 2017, il Partito Comunista aveva incaricato il proprio granconsigliere di inoltrare una interrogazione (leggi) al Consiglio di Stato per avere un aggiornamento sul Masterplan DECS, segnalando alcuni ritardi, prontamente ammessi dal governo nella sua risposta giunta il 14 marzo scorso (leggi). Il Partito Comunista continuerà naturalmente a monitorare la situazione.


Aggiornamento sull’edilizia scolastica

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