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La mozione “Una commissione per le rive dei laghi” promossa dai deputati del Partito Comunista Lea Ferrari e Massimiliano Ay ha ridestato l’attenzione sul demanio pubblico delle rive dei laghi, sui quali il Consiglio di Stato rinnova l’impegno e il sostegno ai comuni. La mozione si proponeva di affrontare con coordinazione e efficacia la  pianificazione delle rive dei laghi, attraverso un quadro giuridico chiaro e inequivocabile: le rive dei laghi siano un patrimonio comune da difendere e valorizzare, recuperando quel terreno demaniale che negli anni passati è stato per troppe volte abusato dai privati. E ciò non deve più accadere.

Dello stesso avviso è anche la Commissione Ambiente, territorio ed energia del Gran Consiglio che nel rapporto firmato dalla relatrice Simona  Buri e sottoscritto dagli altri commissari – afferma la necessità di “una nuova consapevolezza: le rive dei laghi sono un bene che appartiene alla collettività e come tali vanno recuperate, tutelate, valorizzate; tutti i cittadini, turisti compresi, devono potervi accedere liberamente”.

La Commissione ritiene, come gli stessi mozionanti del Partito Comunista, che i Comuni non debbano “essere lasciati soli nel risolvere le problematiche che incontrano strada facendo nel rendere accessibili a tutti le rive lacustri”. L’esistente Gruppo di lavoro laghi e rive lacustri (GdL), frutto della battaglia di Bill Arigoni (già deputato indipendente dell’allora Partito del Lavoro), dovrebbe pertanto stimolare i Comuni a stilare un inventario dello stato delle loro rive, stabilendo priorità d’intervento e scadenze. Il Consiglio di Stato dovrebbe dal canto suo richiamare i Comuni rivieraschi “a non perdere l’occasione con l’allestimento del Programma d’azione comunale (PAC) di affrontare la tematica delle rive dei laghi. Potrebbero inserire nel PAC un capitolo dedicato al futuro della gestione delle rive in quanto demanio”.

La Commissione ritiene sì la mozione evasa in quanto le richieste formulate sono già in atto ma chiede tuttavia al Consiglio di Stato di farsi parte attiva tramite il GdL, fornendo un maggior supporto ai Comuni interessati e stimolando maggiormente i Comuni meno attivi. In questo senso l’input fornito dal Partito Comunista risulta di fatto accolto positivamente.

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