A. Contesto generale e considerazioni introduttive
In occasione delle Elezioni cantonali 2019, il Partito Comunista si era trovato nelle condizioni di presentare, nonostante gli sforzi profusi per costruire più ampie intese unitarie a sinistra, una propria lista per il Consiglio di Stato e per il Gran Consiglio. Questa decisione, grazie all’importante lavoro profuso negli ultimi anni e durante la campagna elettorale, aveva portato al raddoppio della nostra presenza nel Parlamento cantonale (dove siedono ora i compagni Massimiliano Ay e Lea Ferrari).
Nel frattempo, seppure coscienti delle molte sfide che ancora accompagnano il Partito, possiamo comunque affermare di avere registrato una crescita non soltanto elettorale, ma anche sul piano del radicamento sociale, del coinvolgimento giovanile e della qualità dell’intervento politico. Nella recente evoluzione del contesto internazionale il Partito ha dimostrato inoltre un’apprezzabile compattezza e coerenza che, a loro volta, hanno contribuito a consolidare la chiarezza e la serietà dell’analisi politica quali elementi qualificanti per la caratterizzazione della nostra organizzazione.
Consci della delicatezza della fase storica e forti come sempre della necessaria umiltà, è dunque con queste premesse che ci avviciniamo alla prossima tornata elettorale: un avvenimento senza dubbio importante, che a sua volta dovremo sapere inserire nella strategia di sviluppo del Partito.
B. Il metodo dell’opposizione propositiva in Parlamento
Grazie alla sua attività in Gran Consiglio, il Partito Comunista è riuscito sempre più a legittimarsi quale attore riconosciuto del dibattito democratico del Paese e a sviluppare una proposta politica trasversale su numerosi temi d’attualità. Ciò ha permesso di sviluppare una discussione pubblica su parole d’ordine strategiche e sovente trascurate dalle altre forze politiche, ma in più occasioni anche di conseguire delle vittorie a favore dei lavoratori, degli studenti e degli agricoltori (basti pensare all’introduzione della sovranità alimentare nella Costituzione, all’abolizione del numero chiuso per i “corsi passerella”, alla garanzia di due giornate autogestite nelle scuole e alla valorizzazione degli edifici dismessi).
L’intervento dei Deputati comunisti è stato pertanto sempre animato dalla massima rigorosità e dal metodo di “opposizione propositiva”, capace cioè di conciliare una contestazione di fondo sulle questioni più controverse con una proposta politica coraggiosa, ma suscettibile di prospettare dei miglioramenti concreti nonché una forma alternativa di conduzione delle istituzioni pubbliche. Un metodo che ha contribuito ad accrescere un clima di fiducia attorno al Partito, a raggiungere degli equilibri politico-istituzionali più avanzati e a sostenere il nostro lavoro egemonico nella società e che, di conseguenza, ha comprovato ancora tutta la sua validità e conformità alle Tesi congressuali.
Rientrando nella strategia generale del Partito, il perseguimento di un’opposizione seria e propositiva costituisce perciò ad oggi un presupposto irrinunciabile ai fini del nostro lavoro parlamentare. Non a caso, questo metodo ha avuto anche il merito di meglio circostanziare il nostro profilo politico: da una parte rispetto alla contestazione sterile e inconcludente di MPS, che si è sempre più palesata funzionale al clima di anti-politica e all’operato delle destre; dall’altra rispetto alla socialdemocrazia, che seppur conservando un ruolo progressivo nel dibattito locale è ancora troppo caratterizzata da un’eccesiva accondiscendenza e da un approccio amministrativista a determinate problematiche.
C. I comunisti e la politica delle alleanze in vista del 2023
Il Partito Comunista ha chiarito fin dal primo momento che, qualora ciò si fosse rivelato necessario e in continuità con la positiva esperienza del 2019, sarebbe stato disposto a correre in solitaria per il Consiglio di Stato e il Gran Consiglio anche in vista delle Elezioni cantonali 2023. Nel contempo, coerentemente con la nostra comprovata tradizione unitaria, siamo comunque sempre stati aperti a entrare nel merito di più ampie forme di convergenza del fronte progressista e della sinistra.
Posto quanto sopra, non abbiamo tuttavia potuto che prendere atto del fatto che PS e Verdi hanno voluto rigettare a priori un’intesa almeno per il Governo con il PC, anteponendo in questa sede alle posizioni che ci accomunano delle divisioni concernenti la politica internazionale: all’evidenza, non sarà infatti il Partito Comunista a farsi dettare l’agenda su temi come l’UE, la NATO e la neutralità, che reputiamo dirimenti nell’attuale fase storica di transizione al multipolarismo.
Ad ogni modo, al nostro interno era altresì maturata da tempo la responsabilità di provare a compattare verso un indirizzo condiviso i comunisti ticinesi oggi diversamente collocati. E’ in quest’ottica che, per i motivi meglio esposti nel prossimo capitolo, abbiamo ritenuto necessario intensificare anche in una prospettiva elettorale un dialogo con il Partito Operaio e Popolare (POP). Una direzione, quest’ultima, il cui perseguimento si è del resto dimostrato a maggior ragione indicato e prioritario anche in considerazione della chiusura a più riprese registrata da altri attori dell’area.
Come Partito Comunista non abbiamo comunque alcun dubbio sul fatto che, al netto dalle attuali valutazioni di ordine elettorale, delle più ampie forme di collaborazione potranno e dovranno essere promosse quando possibile anche sul territorio, in seno alla società civile e tra la popolazione.
D. Un’alleanza per la neutralità e la centralità dello Stato
Al fine di consolidare la deputazione in Parlamento e di dare seguito al percorso di crescita promosso ad oggi, il Partito Comunista conferma la volontà di partecipare alle elezioni del Consiglio di Stato e del Gran Consiglio. Nel solco della comune tradizione del PdL e sull’onda delle battaglie condivise nel recente passato (mobilitazione sul Summit neo-colonialista sull’Ucraina, sulla Nuova legge antisociale sul CO2, sulle condizioni di lavoro precarie di Divoora e DPD), è tuttavia con convinzione che abbiamo anzitutto proposto al POP di creare una lista “Partito Comunista-Partito Operaio Popolare” per il rinnovo dei poteri cantonali.
Un’iniziativa unitaria, questa, che affonda le radici nello sviluppo di un’effettiva collaborazione reciproca, in una necessaria identificazione programmatica e in un convincimento non improvvisato, che rifuggono pertanto da logiche meramente aggregatrici, dalla creazione di cartelli indefiniti e da semplici considerazioni di ripiego. Ne discende il proposito di dare luogo a un progetto politico coeso e affidabile che, nel rispetto delle diverse identità ma grazie a un orientamento strategico coerente e indipendente, sappia anche unire la questione internazionale con quella nazionale e cantonale.
Nella comune valorizzazione di queste caratteristiche e del lavoro promosso in Gran Consiglio negli ultimi anni, sarà perciò l’occasione per riaffermare con una rinnovata prassi unitaria: un’opposizione all’UE e alla NATO, nonché il rilancio della neutralità; la centralità del lavoro (anche quello agricolo e dei piccoli artigiani), dei diritti sociali e del servizio pubblico; la necessità di un intervento statale programmatore in economia; la lotta per un’ecologia sociale, imperniata sul ruolo dello Stato.
E. Disposizioni conclusive
Va sottolineato infine che le Elezioni cantonali 2023 rappresentano una sfida che, per i mesi a venire, dovrà impegnare con senso di responsabilità il Partito nella sua interezza. Questa tornata dovrà richiedere pertanto uno sforzo collettivo e accresciuto, ma sarà anche un’occasione per ottimizzare l’organizzazione interna, per fare fruttare il lavoro politico conseguito negli ultimi anni nonché per entrare in contatto con più ampie cerchie della popolazione sensibili alle nostre parole d’ordine.
Alla luce di quanto sopra, la Conferenza d’Organizzazione del Partito Comunista risolve di:
1. impegnare il Partito nella presentazione di una propria lista per le Elezioni cantonali 2023 sia al Consiglio di Stato sia al Gran Consiglio ticinesi.
2. Dare facoltà al Comitato Centrale di derogare dal punto 1, qualora la nostra proposta di alleanza trovasse una risposta positiva da parte del Partito Operaio e Popolare (POP). In tal caso è demandato al Comitato Centrale di decidere la forma con cui presentarsi alle Elezioni cantonali.
3. Eleggere una Commissione elettorale in seno al Comitato Centrale. Essa si occuperà in modo particolare della gestione delle liste, della formulazione definitiva e della presentazione del programma, della propaganda elettorale e dell’organizzazione dei relativi eventi.
risoluzione_2_ elezioni-cantonali-2023