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Lo scorso 28 luglio si è svolta un importante Forum di discussione fra i partiti di ispirazione marxista di tutto il mondo promosso in forma virtuale dal Partito Comunista Cinese. Il titolo dell’evento era “Adattare il marxismo alle condizioni nazionali e al 21° secolo” e molti partiti comunisti hanno preso la parola per confrontarsi sulle proprio esperienze. Unica organizzazione svizzera invitata era il nostro Partito, rappresentato per l’occasione dal segretario politico Massimiliano Ay, dal vicesegretario politico Alessandro Lucchini e dal presidente della commissione di controllo Davide Rossi.

Fra i relatori, oltre ai rappresentai dei partiti al governo in Cina, Vietnam, Laos e Cuba, si sono registrati dirigenti politici europei come Jeronimo de Sousa, segretario generale del Partito Comunista Portoghese; Gennady Zyuganov, presidente del Partito Comunista della Federazione Russa; Vlad Batrincea, segretario esecutivo del Partito dei Socialisti di Moldavia; Aleksey Sokol, primo segretario del Partito Comunista della Bielorussia; Katerina Konecna, presidente del Partito Comunista di Boemia e Moravia (Cechia), Bert de Belder, responsabile delle relazioni estere del Partito del Lavoro del Belgio ecc.

Dopo una prima sessione plenaria sono iniziate due momenti paralleli in cui sono emerse relazioni particolarmente interessanti sulle specificità nazionali in cui operano i vari partiti, alle varie sensibilità nel movimento rivoluzionario in relazione all’attuale scontro fra l’imperialismo e il multipolarismo e le priorità che ne conseguono nei vari paesi. Il rappresentante del Partito del Popolo di Palestina, il compagno Bassam Sahli, ha affrontato ad esempio la necessità di superare l’egemonia del dollaro nel commercio internazionale; la compagna Ella Rule, dirigente del Partito Comunista di Gran Bretagna Marxista-Leninista ha evidenziato il nesso fra la lotta dei comunisti nei paesi imperialisti con la necessita di contrastare la russofobia e la sinofobia; il compagno Dogu Perinçek, presidente del Partito Vatan turco ha spiegato come la Turchia (benché membro della NATO) si trovi di fronte a un’opportunità storica di contrastare l’imperialismo; la questione indigena è stata invece al centro dell’intervento del compagno José Roa, rappresentante del Partito del Lavoro del Messico, la questione dell’educazione ideologica delle nuove leve è stata invece approfondita dal compagno Cheik Mbacké Lo, responsabile delle relazioni internazionali del Partito Africano per la Democrazia e il Socialismo attivo in Senegal, ecc.

L’evento si è chiuso con la consapevolezza non solo che la fase storica, caratterizzata dalla guerra che vede contrapposta la NATO all’Eurasia e ai paesi emergenti, impone maggiore coordinamento fra i comunisti di tutto il mondo per sviluppare i movimenti che lottano per la pace e che aspirano a un mondo multipolare, ma anche che il pensiero di Xi Jinping sul socialismo con caratteristiche cinesi vada studiato a fondo perché avrà importanti implicazioni nel processo di aggiornamento del marxismo-leninismo.

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