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Prima smantellano le regie federali e aboliscono lo statuto di funzionario peggiorando le condizioni di lavoro. Poi chiudono sistematicamente gli uffici postali. Dopodiché accollano ai cittadini (che nel frattempo sono diventati “clienti”) i compiti di stampare persino le cedole di versamento. E ora, ovviamente una volta promosso a presidente del Consiglio d’Amministrazione della Posta colui che fino ieri faceva il sindacalista e presidente del Partito Socialista Svizzero, Christian Levrat, si propone di vietare l’uso dei contanti agli sportelli postali.

Christian Levrat, dismessa la maschera di sindacalista socialista, ora è pronto a giocare al manager liberale e intende addirittura aprire una discussione “sul mandato di servizio di base nel traffico dei pagamenti” buttandola per di più in caciara e riducendo la questione al “rapporto molto emotivo con il denaro” che avrebbe la Svizzera. Altro che emotività! Questa è una presa per i fondelli dei cittadini, lavoratori e pensionati di questo Paese che vogliono solo un servizio pubblico postale universale come era ai tempi delle regie federali e che invece si devono sorbire un servizio sempre peggiore (e certo non a causa dei postini e dei buralisti le cui condizioni di lavoro sono sempre più precarie).

Il Partito Comunista si oppone a queste discussioni inutili sul futuro del servizio pubblico atte in realtà solo a smantellarlo e ribadisce che nel Gran Consiglio ticinese giace nei cassetti da qualche anno una iniziativa cantonale promossa dal deputato Massimiliano Ay che chiede di portare all’attenzione di Berna il ripristino della regia federale della Posta. Rivendichiamo la fine di queste politiche risparmiste e privatizzatrici che danneggiano i cittadini, soprattutto le fasce più anziane e abitanti in periferia.

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