La Gioventù Comunista (GC) prende atto con disappunto della decisione della Federazione internazionale dell’hockey su ghiaccio (IIHF) di ritirare ufficialmente alla Bielorussia i mondiali del 2021.
Normalmente, la GC non si esprime su questioni sportive, ma questo avvenimento è innanzitutto di natura politica. L’IIHF motiva infatti questa sua decisione affermando che in Bielorussia non vi sarebbero misure sufficientemente rigide per combattere la pandemia e vi sarebbe una situazione politica definita esplosiva. Motivazioni che potrebbero anche essere comprensibili, ma che vengono applicate in modo estremamente arbitrario a dipendenza di quale Paese ci si trova di fronte. Se, infatti, si fossero volute annullare, nel corso degli ultimi mesi, le competizioni sportive internazionali nei Paesi dove non vigono delle sufficienti misure sanitarie per contenere la pandemia di Coronavirus, allora si sarebbe dovuto anche annullare l’US Open, prestigiosa competizione di tennis, dato che gli Stati Uniti non si sono mai dimostrati in grado di gestire la crisi sanitaria da quando essa è scoppiata.
Anche la motivazione di natura politica non regge. Se, infatti, si volessero annullare le competizioni sportive in quei Paesi dove vigono delle tensioni o, come spesso viene affermato nei confronti della Bielorussia, vengono violati i diritti umani, allora non si potrebbero più organizzare manifestazioni sportive di alcun tipo in tutti i Paesi occidentali, colpevoli di violazioni sistematiche dei diritti umani nel mondo intero. Si dovrebbe, ad esempio, ritirare qualsiasi competizione dalla Francia, il cui governo promuove la repressione di chi manifesta (esemplare il caso dei Gilets Jaunes) e una legge liberticida che vieta di filmare gli interventi di polizia (legge contro la quale sono attualmente in corso enormi manifestazioni). Che dire poi degli USA, la cui capitale è oggi in stato d’assedio in seguito all’assalto al parlamento condotto da militanti che contestavano i risultati dell’elezione presidenziale?
Insomma, la decisione dell’IIHF si inserisce nel contesto di una crociata politica contro la Bielorussia, colpevole di non essere allineata agli interessi del campo imperialista atlantico, in corso ormai da mesi. La Gioventù Comunista critica aspramente questa scelta e più in generale l’adozione di questo “doppio standard” da Guerra fredda per stabilire la sede di competizioni sportive internazionali: lo sport dovrebbe essere uno strumento per costruire ponti fra i popoli e le nazioni, non per inasprire ulteriormente le tensioni fra di essi!