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Lo scorso 18 maggio 2020, il Consigliere comunale del Partito Comunista Edoardo Cappelletti presentava, insieme ad altri esponenti del fronte progressista cittadino, un’interrogazione al Municipio di Lugano dal titolo: “quale risposta alle ripercussioni sociali del COVID-19?”. Alla base di questo atto, vi era la consapevolezza che l’emergenza sanitaria stesse prendendo sempre più la forma d’una crisi economica e sociale, le cui conseguenze dovrebbero imporre una maggiore seppure sussidiaria presa di responsabilità anche da parte dell’ente locale. Su scala nazionale, basti ricordare infatti che gli iscritti agli URC alla fine dell’aprile 2020 erano 17’789 in più rispetto all’anno precedente, mentre il tasso di disoccupazione è salito dal 2.9% del mese di marzo al 3.3% a quello d’aprile.

Nel rispondere all’interrogazione in questione, il Municipio conferma purtroppo che questa preoccupante tendenza sta investendo con particolare intensità anche il tessuto comunale. In questo senso, apprendiamo che le domande accolte nel primo semestre grazie al Regolamento Sociale sono incrementate di oltre un terzo rispetto a quelle registrate nel medesimo periodo del 2019. Per un totale di circa 500’000 franchi, da gennaio a fine giugno è stato dato seguito così a ben 508 richieste. Da marzo a maggio è stato registrato inoltre un aumento del 3.25% dei domiciliati a Lugano in cerca d’impiego, contestuale a una diminuzione dei beneficiari delle indennità di disoccupazione (-1.76%).

Tra le diverse proposte volte a contrastare la situazione di precarietà alimentata dal COVID-19, l’interrogazione comprendeva il potenziamento del Regolamento Sociale, il rilancio dei programmi occupazionali, la promozione dell’apprendistato, l’adozione d’un piano di lotta contro la povertà, la riduzione delle pigioni degli alloggi popolari comunali, l’erogazione di buoni spesa ai cittadini più bisognosi, il rimborso delle rette delle attività extrascolastiche e il sostegno alle fasce più marginalizzate della società. Su queste basi, da parte del Municipio ci saremmo aspettati tuttavia una maggiore sensibilità attorno alla problematica, soprattutto in relazione a una serie di misure puntuali.

Sembra emergere ad esempio non vi sia stata alcuna campagna d’informazione sullo strumento del Regolamento Sociale, ciò che avrebbe potuto indurre un maggiore numero di persone in difficoltà a fare valere il proprio diritto alle prestazioni. Malgrado le proiezioni concernenti la disoccupazione e l’assistenza, il Municipio appare altrettanto silente quanto all’impiego dei 2.5 milioni di franchi approvati dal Consiglio comunale per fare fronte ai prospettati problemi occupazionali. Diversamente da molti altri Comuni, rammarica inoltre che la Città non intenda lanciare un segnale concreto a favore dell’apprendistato, magari versando un contributo alle aziende più virtuose per ogni apprendista assunto. Nel contempo, sarebbe stata auspicabile una riduzione delle pigioni degli alloggi di proprietà comunale, almeno su richiesta degli inquilini vittime d’una diminuzione delle entrate dovuta alla pandemia (come attuato dal Comune di Ginevra). Non da ultimo, una valutazione proattiva inerente agli annunciati eventuali interventi mirati sussidiari per l’indennità per lavoro ridotto, naturalmente alla luce delle decisioni dei livelli istituzionali superiori, non avrebbe certamente guastato.

Seppure riconoscendo gli sforzi profusi dal Municipio nell’attenuare la curva dei contagi, nonché le ripercussioni economiche e sociali del COVID-19, siamo comunque persuasi che nell’ambito delle sue competenze il Comune dovrebbe rispondere in modo più coraggioso ai bisogni dei redditi soprattutto medio-bassi. In questa prospettiva, il Partito Comunista ribadisce perciò la priorità nel breve periodo di potenziare il Regolamento Sociale, i programmi occupazionali e il sostegno all’apprendistato.

Stefano Araújo, responsabile della Sezione Luganese del Partito Comunista 

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