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Presidente, Consiglieri di Stato, Colleghe e colleghi,

Innanzitutto, complice anche l’apertura di Alptransit, la concorrenza con Malpensa e una gestione poco lungimirante del CdA, LASA si presenta al momento come una società il cui rilancio non può strutturalmente avvenire in modo sostenibile. Ciò viene comprovato anche dai dati apparsi pubblicamente, basti pensare al declino irreversibile che si verifica ogni trimestre per i passeggeri dei voli di linea, che costituiscono circa il 95% dell’utenza totale.

La stessa controversa strategia elaborata dal Comune, la quale, per il rilancio dello scalo, contemplava già un investimento per oltre 50 milioni e una perdita d’esercizio per ben almeno 12 anni, appare adesso oltretutto superata dagli ultimi eventi sfavorevoli. Gli scenari di rilancio auspicati appaiono dunque ancora più imprudenti e irrealistici.

In questo contesto, si delinea con maggiore chiarezza una gravosa tendenza che ha coinvolto LASA negli ultimi anni, vale a dire un contestabile foraggiamento a fondo perso dell’impresa da parte dell’ente pubblico, che su altri fronti piange invece miseria. Una SA in perdita da oltre 10 anni, che nello stesso periodo ha beneficiato dal pubblico di un finanziamento di oltre 13 milioni per la gestione corrente e di investimenti effettivi per circa 24 milioni, senza con ciò vederne risollevata l’attività.

Di transenna, oltre alla sconsideratezza di un simile accanimento, non possiamo mancare di evidenziare il rischio di un risanamento compiuto sulle spalle dei contribuenti, al quale potrebbe fare seguito una cessione delle quote divenute così redditizie ai privati, che malgrado i proclami ora si guardano bene dal partecipare alla SA.

La spesa pubblica, inutile a dirsi, non deve sempre essere subordinata a un conseguimento di utili. Una delle condizioni affinché comunque ciò possa avvenire, ovvero un proporzionato soddisfacimento di un interesse pubblico della realtà deficitaria, nel caso di LASA come Partito Comunista siamo dell’avviso non possa essere ritenuta, a maggiore ragione a fronte delle spese esorbitanti da sostenere per la collettività. Non soltanto a causa di una domanda sempre più scarsa del servizio, assorbita oltretutto da cerchie non certo privilegiate della popolazione, ma anche di una mancanza d’interesse dimostrata nel concreto dall’economia e dal turismo.

Per queste ragioni il Partito Comunista si esprime contro l’attuale piano di rilancio di LASA. Nel contempo, grazie anche alle risorse risparmiate si tratta di garantire con il coinvolgimento dei sindacati di un adeguato piano sociale per i lavoratori, di studiare gli scenari alternativi e, nel caso, di programmare una dismissione controllata dell’aeroporto, capace davvero di assicurare nel tempo del valore aggiunto e dell’occupazione nel sedime.

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