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Dalla ferita apertasi nel 1999, quando la NATO scatenò i suoi bombardamenti contro Belgrado, la Serbia ha mantenuto la sua sovranità e si è rialzata. Più forti delle violenze subite dall’imperialismo atlantico, i serbi hanno oggi un governo sostenuto da vari partiti di sinistra, fra cui anche il Movimento dei Socialisti (Pokret Socijalista)partito di ispirazione marxista guidato dall’attuale ministro della difesa Aleksandar Vulin e rappresentato sia da membri nel corpo diplomatico sia, in parlamento, da tre deputati.

Dopo i primi contatti risalenti a qualche anno fa, nei giorni scorsi si è svolta la prima riunione bilaterale ufficiale a Belgrado fra il Partito Comunista e il Pokret Socijalista. Il nostro Partito era rappresentanto da Davide Rossi mentre la delegazione serba era composta da Nebojsa Petrovic e dal deputato Bojan Torbica, entrambi vice-segretari del Movimento.

La conversazione ha manifestato una convergenza fra i nostri due partiti tanto in merito alla necessità di agire internazionalmente per la pace, insieme a Cina e Russia, quanto nel ritenere la NATO e l’attuale Unione Europea strumenti di una politica volta a garantire gli interessi di pochi e la sudditanza di tutti gli altri. Entrambi i partiti sono contrari al separatismo etnico, nello specifico balcanico all’indipendentismo del Kosovo, territorio serbo occupato oggi dagli USA e dalla più grande base militare della NATO. 

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