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Quella della sassaiola contro tre reclute ticinesi della difesa contraerea 33 dislocata a S-Chanf documentata dalla RSI (leggi) purtroppo è una notizia che non ci stupisce più. Possiamo dire che chi va a militare lo fa a suo rischio e pericolo! Si tratta infatti di uno dei vari riti di iniziazione che purtroppo perdurano nelle nostre scuole reclute.

Oggi si tirano sassi sui ragazzi, ma in un’altra caserma si tirano pugni in pancia, ecc. Sono fatti solo teoricamente illegali ma fortemente tollerati dalle gerarchie militariste e che in troppi anche nella truppa subiscono senza fiatare per quieto vivere e per evitare di subire ulteriori atti di nonnismo nelle settimane successive. 

Non solo: oltre ad essere tollerati dai ranghi superiori, esiste una sorta di omertà e di timore nel denunciare questi atti a chi è di competenza per prendere provvedimenti: le reclute dell’esercito sono terrorizzate dai loro superiori autoritari.

Il fatto che non siano atti di goliardia fra coetanei lo dimostra il fatto che – come il sindacato studentesco ha denunciato a Coira lo scorso inverno – sono direttamente coinvolti graduati quando non ufficiali palesemente impreparati o semplicemente esaltati.

Certo l’esercito aprirà un’inchiesta, è il minimo che possa fare, ma essa non sarà indipendente, visto che la giustizia militare per definizione non lo è (il controllore e il controllato sono entrambi nelle medesime gerarchie) – e tutto si cercherà di risolvere con un accordo bonale per il buon nome dell’armata.

Alla fine dei conti per un ticinese andare nell’esercito rischia di essere solo un’esperienza umiliante e degradante: l’unità tra le regioni linguistiche viene costruita in ben altri contesti con ben altre regole e altra concezione di rispetto!

La Gioventù Comunista ha già chiarito più volte che occorre smetterla di legittimare questo esercito anti-democratico, privo di identità e di missione che proprio per questo è destinato a foraggiare un certo tipo di comportamenti diseducativi: le reclute che sono testimoni di atti di nonnismo, di riti iniziatori o di altri presunti atti di “goliardia” devono non solamente subito denunciare i fatti rifiutando apertamente gli ordini quando non strettamente previsti dall’addestramento, ma occorre anche a quel punto compilare immediatamente la richiesta di passaggio al servizio civile e, se nel dubbio, allertare subito lo sportello SOS Reclute del Sindacato Indipendente degli Studenti e Apprendisti.


SOS reclute

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