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Non appena abbiamo appreso, indignati, dell’incarcerazione del compagno Luis Ignacio Lula Da Silva, uno dei più popolari presidenti della Repubblica Federativa del Brasile, abbiamo immediatamente scritto ai nostri referenti politici, sindacali e studenteschi in loco.

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Non ci sfugge che è per impedire a Lula di ricandidarsi, che le forze golpiste brasiliane (sostenute dai governi occidentali) lo hanno privato della libertà. Il Presidente Lula è vittima di una palese violenza giuridica, accusato senza alcuna prova concreta e fortemente limitato nei propri diritti costituzionali alla difesa.

Lo consideriamo a tutti gli effetti un prigioniero politico, in quanto il suo arresto altro non è che la continuazione del colpo di stato che ha rubato la democrazia al popolo brasiliano ed è frutto della pressione imperialista per ostacolare il progresso democratico e sociale del Brasile nell’ambito dei paesi economicamente emergenti, cioè dei BRICS di cui il Brasile è pilastro grazie anzitutto a Lula.

Egli è stato leader di imponenti lotte operaie e contadine e, con le sue politiche sociali, ha permesso a milioni di cittadini brasiliani di uscire dalla miseria, sottraendo il suo Paese dal controllo di saccheggio imperialista promosso dagli USA.

Confidiamo nel movimento operaio brasiliano, nell’unità d’azione delle forze democratiche, sindacali e, in particolare, del Partito dei Lavoratori (PT) e del Partito Comunista del Brasile (PCdoB): siamo certi che riusciranno a rimettere la loro patria sulla via della libertà, della giustizia e del progresso.

I nostri compagni sindacalisti che organizzano la resistenze sui posti di lavoro in solidarietà col Presidente operaio ci hanno inviato questa circolare:

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Il nostro Partito è infine all’origine della risoluzione del World Anti-Imperialist Youth Union (WAYU) che potete leggere di seguito:

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