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La sera del 5 aprile di 10 anni fa arrivò un sms: “Giustizia è fatta!” Le FFS avevano ceduto. Dopo quasi un mese di sciopero – iniziato il 7 marzo 2008 – i lavoratori delle Officine di Bellinzona avevano trionfato!

Lo sciopero delle Officine ha insegnato tanto: seppe unire la classe operaia al movimento studentesco; seppe restituire fiducia nel conflitto sociale e nei mezzi di lotta più difficili; seppe unire in un abbraccio la singola vertenza sindacale di fabbrica con un popolo interno. Fu un momento di educazione civica e di conoscenza del territorio, ma soprattutto di straordinaria solidarietà di classe.

Ma fu anche un momento di cesura per il Partito Comunista, che aiutò a distinguere chi voleva essere un’avanguardia propositiva e chi invece voleva adeguarsi a una linea trade-unionista, chi vedeva lo sciopero in un’ottica settaria e propagandista e chi invece era animato da un sentimento collettivo e di progresso.

La Gioventù Comunista fu il primo movimento giovanile a schierarsi: la sera stessa in cui il sito industriale venne occupato, convocò un’assemblea e il giorno dopo manifestò compatta in piazza a Bellinzona nel primo corteo di popolo (video) e fu presente anche a Berna nell’ambito del primo corteo nazionale (video) in cui si aiutò nella logistica, soprattutto tramite il comitato regionale di solidarietà del locarnese. I giovani comunisti si mossero poi immediatamente nel SISA: il sindacato studentesco annunciò lo sciopero di solidarietà, convinse alcuni docenti a sospendere le normali lezioni per ospitare i sindacalisti in classe, ma soprattutto portò la prima delegazione studentesca in visita agli scioperanti il 10 marzo (video) a cui ne seguirono altre.

Nel Centenario del primo e unico sciopero generale svizzero, festeggiamo anche il decimo anniversario dello sciopero delle Officine. Per l’occasione vi segnaliamo un libro che racconta quello sciopero messo a disposizione dal sito del domenicale “Il Caffé”.

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