Mentre l’Italia inizia timidamente a discutere la possibilità di nazionalizzare le autostrade dopo il terribile crollo del ponte Morandi e la Gran Bretagna capisce l’errore delle sue privatizzazioni selvagge avvenute a scapito di manutenzione e sicurezza, la Svizzera oggi fa – sembra una barzelletta – l’esatto opposto: a Berna infatti si sta studiando la possibilità di privatizzare le strade! Che dire?! Come minimo i consiglieri federali più a destra degli ultimi anni, sono dei geni dal lato delle tempistiche!
Il Consiglio federale vorrebbe infatti valutare una società anonima – bontà sua: a capitale ancora inizialmente pubblico – che gestisse la costruzione e l’esercizio delle autostrade. Esternalizzare costruzione ed esercizio delle autostrade significa in poche parole attuare un primo passo verso la privatizzazione di un settore strategico per l’economia e la sicurezza nazionale come lo sono appunto le vie di comunicazione. Si tratta di una proposta di un estremismo capitalistico irresponsabile, che deve trovare una ferma opposizione non solo dei comunisti ma di chiunque in questo Paese abbia ancora un po’ di senso dello Stato!
Non abbiamo bisogno di una società anonima in un ambito così importante: che il capitale azionario sia in mano all’ente pubblico o meno qui non fa differenza, poiché comunque la rete autostradale sarebbe gestita dai soli criteri di redditività, il che è paragonabile alla disastrosa situazione italiana. Come dimostrato anche dalla Posta, siamo inoltre ben coscienti che il trasferimento delle attività a una SA porterà inevitabilmente a uno scadimento del controllo pubblico sulle medesime
Il Partito Comunista ritiene che le vie di comunicazione non debbano essere cedute a nessuno: esse appartengono alla collettività e deve dunque essere l’Ufficio federale delle strade a continuare a gestirle!