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Il “campeggio” estivo del Comitato Centrale del Partito Comunista, che da qualche anno si riunisce in Capriasca, si è concluso lo scorso Primo agosto, festa nazionale svizzera.

Un bilancio del lavoro parlamentare del Partito è stato l’obiettivo della relazione della compagna Lea Ferrari, granconsigliera e membro della Direzione. L’ottantina di atti parlamentari di questa legislatura hanno comportato alcune significative vittorie: sovranità alimentare, abolizione del numerus clausus al corso passerella, ecc. Ma anche l’obbligo formativo fino ai 18 anni è un riforma importante che deriva indirettamente da una nostra proposta.

A seguire ci siamo divisi in gruppi di lavoro non solo per attualizzare il nostro programma d’azione chiamato «Piano Tabù» e reso pubblico per la prima volta in occasione della elezioni cantonali 2019, ma anche per approfondire alcuni emendamenti giunti dalla base del Partito sui vari capitoli che sta appunto alla base delle nostre proposte in Gran Consiglio.

Abbiamo anche affrontato con una ampia discussione il problema del rincaro che colpisce i lavoratori approvando un documento presentato dai compagni Alessandro Lucchini, Zeno Casella e Giulio Micheli, incaricando anche la redazione di Sinistra.ch di pubblicare un articolo che presentasse la cosiddetta «Scala mobile» in vigore in Italia fino a 30 anni fa che permetteva una indicizzazione dei salari al costo della vita.

A seguire i presenti hanno ragionato sulla nostra indipendenza e identità quale Partito del lavoro basato sul socialismo scientifico che sa coniugare sia l’opposizione al capitalismo con il serio lavoro parlamentare, sia la cooperazione internazionale con la sovranità e la neutralità svizzera. L’identità e l’indipendenza programmatica dei comunisti svizzeri; la nostra strategia politica per incidere nello sviluppo democratico della società e per il recupero della neutralità della Svizzera: sono stati questi i temi di una relazione che ha tenuto il compagno Massimiliano Ay, segretario politico del nostro Partito. Ne è sorta una discussione sui principali dibattiti ideologici e metodologici che hanno caratterizzato il Partito del Lavoro e poi il Partito Comunista negli ultimi anni e soprattutto della sintesi politica che ne è emersa e che ci ha fatto crescere anche umanamente, oltre che politicamente. Il PC è in questo senso un’esperienza unica nel panorama politico del nostro Paese.

La politica delle alleanze per un partito comunista è complessa: ci sono certamente le alleanze elettorali ma ce ne sono anche di sociali, che sono di carattere più strategico e che sono atte a collocare il Partito in una traiettoria politica di lungo corso. Saper parlare con chi non è comunista unendosi a chi riconosce nella NATO e nel tentativo della borghesia europeista di distruggere la nostra neutralità la contraddizione primaria della nuova fase storica in cui siamo entrati è importantissimo. Ma anche sapersi relazionare con gli agricoltori e gli allevatori per ribadire l’importanza della sovranità alimentare e l’approvvigionamento nazionale è fondamentale. L’incarico di tenere la relazione introduttiva su questo delicato tema di fronte al Comitato Centrale è spettata al compagno Edoardo Cappelletti, membro della Direzione, dopodiché ne è sorta una discussione fra i presenti che ha riguardato anche l’approccio umano e umile che deve caratterizzare un comunista svizzero di oggi in contrasto alla spocchia di troppi intellettuali cosiddetti progressisti che dopo la pandemia si sono messi l’elmetto in testa.

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