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La revisione della Legge sul Servizio Civile è stata bocciata dal Consiglio nazionale con 103 voti contrari, 90 favorevoli e 5 astenuti. E’ una notizia molto importante che il Partito Comunista accoglie positivamente. La ministra della difesa Viola Amherd, che da quando è in carica sta spingendo sempre di più l’esercito svizzero verso la NATO, almeno questa volta è stata fermata nella sua volontà di umiliare la norma costituzionale che riconosce (in ogni tempo) il diritto all’obiezione di coscienza: la invitiamo a trarre le dovute conseguenze e ad evitare nuove mosse contro quei tanti giovani svizzeri che vogliono rendersi utili alla collettività in ambiti agricoli, sociali e civili, rifiutando di inquinare e di imbracciare un fucile facendosi inquadrare alla mercé dell’industria bellica. 

Soprattutto nel contesto della pandemia l’utilità dei civilisti è stata dimostrata anche ai più scettici: nel solo Cantone Ticino erano attivi durante la crisi sanitaria 175 militari e 216 obiettori di coscienza astretti al Servizio Civile (di cui molti sono ancora oggi attivi nelle strutture sanitarie). Nel contempo la decisione del parlamento è positiva anche per i nostri allevatori e agricoltori di montagna, i centri educativi per persone con handicap, le case per anziani e gli ospedali, i centri assistenziali per persone ipovedenti, i più disparati enti di utilità pubblica che sopravvivono con il volontariato, e che proprio grazie a giovani civilisti motivati possono sviluppare le proprie attività.

La riforma che fortunatamente il parlamento ha bocciato non ostacolava – come l’esercito e il governo volevano far credere – presunti “scansafatiche” e nemmeno insegnava altri valori a chi opportunisticamente va a militare solo per i soldi, e sono tanti. La revisione della legge colpiva solo quei giovani coscritti che, nel corso dell’assolvimento del proprio servizio militare, avrebbero riconosciuto di avere un conflitto di coscienza e che – in modo responsabile e onesto – avrebbero chiesto di poter passare al Servizio Civile (aumentando fra l’altro i loro giorni di servizio). Riempire l’esercito di coscritti palesemente demotivati che possono quindi rappresentare un pericolo per sé e per gli altri è assurdo: impedire quindi di peggiorare il Servizio Civile è un vantaggio anche per chi crede nell’esercito. 

Il Partito Comunista, i cui quadri politici sono praticamente (e non a caso) tutti attualmente astretti al servizio civile o ex-civilisti, era pronto ad aderire al referendum promosso dalla Federazione Svizzera del Servizio Civile (CIVIVA) e che sarebbe stato coordinato nel Canton Ticino dal Sindacato Indipendente degli Studenti e Apprendisti (SISA) e dal Centro per la Nonviolenza della Svizzera Italiana (CNSI) a cui vanno i nostri ringraziamenti per l’importante lavoro preparatorio. 

Sappiamo che l’esercito non ama perdere: non dobbiamo abbassare quindi la guardia anche perché il vertice del Partito Liberale Radicale Svizzero ha già chiesto di presentare un nuovo messaggio contro il Servizio Civile. Occorre sempre tenere a bada che i diritti delle reclute a uscire dalle caserme in caso di conflitto di coscienza sia garantito come prevede la Costituzione e che i civilisti rispondano a una mansionario ben regolamentato. In tal senso ribadiamo l’invito ai neo-maggiorenni di presentare la domanda di passaggio al Servizio Civile prima di entrare a scuola reclute.

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