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Che l’Unione Europea non sia propriamente un ente benefico e di mutuo soccorso, i lavoratori europei e quelli del nostro stesso Paese lo hanno già capito da tempo. In periodo di crisi sanitaria, poi, la situazione addirittura si è aggravata. Di recente di fronte a una richiesta di sostegno arrivata dal governo italiano (paese a tutti gli effetti membro dell’UE), da Bruxelles è calato un silenzio assordante: è dovuta intervenire la tanto vituperata Repubblica Popolare di Cina a predisporre un’azione di solidarietà concreta al settore sanitario italiano.

Ora è un altro paese membro dell’UE, la Germania, a danneggiare la Svizzera, nella misura in cui le autorità della Repubblica Federale Tedesca stanno impedendo l’importazione di 240’000 mascherine sanitarie di protezione nel nostro Paese, mettendo così a repentaglio la nostra sicurezza nazionale visto che la produzione elvetica di questi prodotti è molto scarsa. In Francia addirittura si passa alla confisca diretta: in pratica i paesi dell’UE, in barba a ogni spirito comunitario e solidale, si stanno rubando a vicenda il materiale sanitario, uno sciacallaggio imbarazzante e indegno che ora mette a rischio anche noi.

Il governo svizzero – che speriamo stia imparando il valore della cooperazione e i limiti della globalizzazione capitalistica del “tutti contro tutti” che ha finora corroborato – deve adesso agire con la massima forza sulle autorità tedesche, fino a minacciare sanzioni diplomatiche, per rendere immediatamente possibili le spedizioni bloccate e nel contempo aprire – se già non si è fatto – un contatto diretto con la Cina affinché i nostri ospedali, forze dell’ordine e di protezione civile, funzionari dei servizi pubblici, compresi gli impiegati dei negozi di alimentari, non abbiano alcuna carenza sul piano delle mascherine e dei disinfettanti.

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