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Lo scorso mese di settembre si è svolta un’importante riunione bilaterale nei pressi di Lisbona fra il nostro Partito – rappresentato dal segretario politico, compagno Massimiliano Ay – con il Partito Comunista Portoghese (PCP) – rappresentato dal compagno Jorge Cordeiro, membro della Commissione politica e del Segretariato del Comitato Centrale.

Il bilaterale ha sancito una stima reciproca e la volontà di continuare una forma di aggiornamento continuo delle rispettive attività e posizioni. In particolare abbiamo concordato nel fatto che le relazioni fra partiti debba avvenire senza interferire nel dibattito interno di ciascuna realtà e rinunciando a ogni ricerca di una presunta “purezza” rivoluzionaria.

Siamo stati resi edotti della valutazione che il PCP fa della situazione portoghese e delle relazioni non sempre facili con una socialdemocrazia, che pure in Portogallo risulta sottomessa all’Unione Europea. Discutendo sui limiti della socialdemocrazia è emerso come in Portogallo vi sia stato da parte di quest’ultima un sostegno alle banche private e un’azione troppo debole sul fronte del precariato. Nel contempo la scelta del PCP nella scorsa legislatura di sostenere esternamente il governo socialista, di fatto ponendo dei vincoli a quest’ultimo, ha fortemente infastidito la borghesia portoghese che non a caso ha iniziato una pesante campagna di calunnia contro i comunisti.

Il compagno Cordeiro ha spiegato ad Ay come, in questo contesto, il PCP sia passato dall’essere un “partito di protesta” all’essere un “partito necessario” capace di fornire risposte concrete ai bisogni del Paese secondo i principi della politica patriottica e di sinistra. La capacità dei comunisti portoghesi di incidere nella realtà imponendo al PS di sospendere alcuni processi di privatizzazione e di frenare la deregolamentazione dei diritti dei lavoratori, così come la credibilità che il PCP dispone nel Paese (anche se non sempre ciò si traduce in voti) è fonte di preoccupazione per il grande capitale.

Visto che l’incontro avveniva poco prima delle elezioni politiche portoghesi, che vedevano – come ormai prassi da decenni – il PCP correre unitamente i Verdi nella Coalizione Democratica Unitaria (CDU) abbiamo subito notato come lo scenario avesse delle similitudini con quello che stavamo percorrendo noi in Svizzera. Ne abbiamo quindi approfittato per discutere di come concepire questo genere di alleanze con gli ambienti ecologisti.

Il nostro Segretario politico ha in seguito partecipato a un’assemblea interna con altri dirigenti comunisti provenienti da tutto il mondo ospiti del Segretario generale del PCP Jerónimo de Sousa, il quale ha voluto rimarcare alcuni aspetti che riteniamo, oltre che condivisibile, pure di notevole rilevanza strategica:

  1. la constatazione (per nulla banale di fronte a un certo riformismo europeista) che l’Unione Europea è complice degli Stati Uniti nella sua prassi imperialista;
  2. la consapevolezza che la priorità attuale per i comunisti sul piano internazionale è l’unità delle forze della pace, ossia riunire chiunque operi contro le spinte belliciste dell’imperialismo (che non è infallibile!)
  3. la coscienza del fatto che la sovranità nazionale è legata al progresso sociale e che patriottismo e internazionalismo viaggiano di pari passo.
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