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1 – Di fronte al test sotterraneo consistente nella detonazione di una bomba all’idrogeno da parte della Repubblica Popolare Democratica di Corea (RPDC), la Direzione del Partito Comunista della Svizzera Italiana appoggia la dichiarazione del Consiglio Mondiale della Pace a favore di un disarmo nucleare generale che parta da condizioni di reciprocità, e ricorda che coloro che invocano oggi sanzioni contro la RPDC possiedono quasi tutti la bomba atomica e hanno condotto fino ad oggi centinaia di test nucleari.

2 – La bomba H si basa sulla fusione di isotopi di idrogeno ed è stata sviluppata per la prima volta dagli USA nel 1952. Un anno più tardi, al momento dell’armistizio della guerra di Corea, il governo della RPDC chiese alle potenze estere di abbandonare la penisola: l’URSS richiamò in patria le proprie truppe, al contrario degli USA che a tutt’oggi occupano la Corea del Sud. Pyongyang ha chiesto a Washington di almeno ritirare le testate nucleari dalla penisola, ma anche questo appello è rimasto inascoltato. In tal senso non è realistico pretendere che la RPDC rinunci unilateralmente al suo programma d’armamento, quando gli USA possono disporre di numerose testate nucleari rivolte contro Pyongyang. Dopo aver visto quanto accaduto per mano statunitense in Irak, Libia e Siria appare assurdo credere che la RPDC vada romanticamente al martirio rinunciando alla sua difesa.

3 – Trova quindi consenso la posizione espressa da Ren Weidong, ricercatore del China Institute of Contemporary International Relations, secondo cui le sempre più frequenti esercitazioni militari di USA, Corea del Sud e Giappone intorno alla Penisola coreana hanno prodotto una forte pressione su Pyongyang che, non avendo a disposizione una risposta convenzionale adeguata, sarebbe stata costretta a ricorrere a quella nucleare. Tuttavia va riconosciuto, come spiegato da Gao Fei, della China Foreign Affairs University, che la questione nucleare nordcoreana fornisce agli USA una “scusa per dispiegare la sua potenza militare in Estremo Oriente” e che il premier giapponese Shinzo Abe “ha colto la palla al balzo per militarizzare il Giappone”, benché sia statunitensi che giapponesi avessero optato – ben prima dei test nordcoreani – per una più attiva politica bellica nell’area, in funzione anti-cinese.

4 – Il Partito Comunista (Svizzera) esprime la propria contrarietà alle armi nucleari e si dichiara favorevole a un processo di disarmo globale: la penisola coreana va denuclearizzata e la proliferazione atomica va fermata al fine di preservare pace e stabilità nell’Asia nord-orientale, come richiesto anche dal Partito Comunista Cinese e dal Partito Comunista Giapponese. In tal senso abbiamo incontrato l’ambasciatore della RPDC a Berna per esprimere al Partito dei Lavoratori di Corea e al governo di Pyongyang la nostra preoccupazione. Pur riconoscendo che la responsabilità principale del conflitto sia da ricercare nella politica estera aggressiva di Washington, abbiamo comunicato all’ambasciatore nordcoreano che la questione nucleare va risolta, secondo noi, attraverso i colloqui a sei fra RPDC, Corea del Sud, Cina, Stati Uniti, Giappone e Russia. Essi devono però ripartire con l’accettazione da parte degli USA (che la bomba atomica l’hanno usata sul serio!) della convenzione internazionale che vieta l’utilizzo dell’arma nucleare se non come risposta ad un primo attacco nucleare.

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