L’iniziativa prevede di introdurre nella Costituzione federale il principio del “servizio civico”, in base al quale tutte le “persone di cittadinanza svizzera prestano un servizio a beneficio della collettività e dell’ambiente”. Nel capoverso seguente, si precisa che esso “viene svolto sotto forma di servizio militare o di un altro servizio di milizia equivalente riconosciuto dalla legge”, come il servizio civile (SC) o la Protezione Civile (PCi), dando tuttavia priorità alle esigenze dell’esercito. In sintesi, l’iniziativa prevede quindi l’estensione dell’obbligo di leva a tutta la popolazione elvetica, donne e stranieri (!) compresi, garantendo in tal modo gli effettivi di un esercito già sovradimensionato.
Questa iniziativa alimenterà inoltre il dumping salariale: gli astretti al “servizio civico” non reclutati nell’esercito, infatti, verrebbero impiegati in ambiti di pubblica utilità andando così a creare enormi ulteriori pressioni nel mercato del lavoro. La carenza di personale in settori come quello sociosanitario o educativo verrebbe compensato da migliaia di giovani poco formati e sottopagati, giustificando così un minore investimento pubblico in queste strutture ed alimentando il dumping salariale a danno dei lavoratori: ecco perché il think tank neoliberista “AvenirSuisse” sostiene l’iniziativa, ed ecco perché il Partito Comunista invece la respinge con forza!








