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La Gioventù Comunista è stata informata delle gravissime condizioni di Mikhail e Alexander Kononovich, fratelli antifascisti ucraini che da anni si battono per la democrazia nel loro Paese. Oggi i Kononovich sono stati arrestati dalla polizia ucraina per poi essere portati al Centro Territoriale per il Reclutamento (TCC) con l’accusa di essere evasori della leva militare obbligatoria. Accusa non nuova: già a dicembre vennero arrestati e allora si difesero in tribunale con un avvocato che oggi assieme ai fratelli rischia di finire al fronte.

Questa non è una questione giuridica, non lo è mai stata. Si tratta dell’ennesimo tentativo delle autorità ucraine di reprimere il dissenso tra la popolazione, mandando in prima linea chi non si piega alla volontà di Kiev e del suo Governo, colpevole di aver mandato al macello i propri giovani per una guerra che non intende fermare. Se la Svizzera, sede dell’ONU e del CICR (Croce Rossa), ha a cuore i propri valori di democrazia e libertà allora non può chiudere gli occhi davanti a queste atrocità commesse da un Paese che i nostri politici hanno più volte definito campione dei valori occidentali.

Come Gioventù Comunista abbiamo già a dicembre inoltrato la domanda alle autorità federali di riconoscere ai fratelli Kononovich lo stato di rifugiati politici e abbiamo espresso le nostre preoccupazioni presso l’Ambasciata Ucraina in Svizzera, ma purtroppo stiamo ancora attendendo una risposta da entrambi. Pertanto, rifaremo sentire la nostra voce alle rispettive istituzioni con due nuove lettere!

La neutralità di un Paese come la Svizzera la si vede anche in queste situazioni: distanziarsi dalla NATO e dall’UE significa anche non voltarsi dall’altra parte quando sono i loro alleati a compiere atrocità, come nel caso del governo ucraino o di quello israeliano.

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