L’ex-presidente statunitense Biden, dopo aver mantenuto per tutta la durata del suo mandato Cuba nell’infame lista degli Stati sostenitori del terrorismo, l’aveva tolta pochi giorni prima di cedere il potere al nuovo presidente Trump. Quest’ultimo ha deciso, senza ovviamente alcuna motivazione e senza nemmeno un pretesto, di inserire nuovamente l’Isola in questo elenco che di fatto impedisce la cooperazione economica e gli investimenti esteri.
È una lista infame costruita abusivamente su basi esclusivamente politiche e l’obiettivo non è ovviamente sconfiggere il terrorismo ma asfissiare l’economia di un paese il cui governo non si sottomette ai diktat di Washington. Democratico o Repubblicano che sia il presidente: gli Stati Uniti dimostrano anche con queste decisioni il proprio carattere intrinsecamente imperialista, la mentalità arrogante e neo-coloniale e l’odio viscerale per il progetto socialista che con tanta fatica generazioni di cubani stanno costruendo.
Agli USA viene permesso tutto, anche in violazione della Carta delle Nazioni Unite, e nessun paese occidentale, Svizzera compresa, si erge a difesa della giustizia e dei diritto internazionale.
Ancora una volta il Partito Comunista denuncia il carattere disumano e genocida della politica statunitense contro Cuba con cui si prova non solo a rovesciare il governo rivoluzionario ma anche a frenare il sorgere di un mondo multipolare e una coesistenza pacifica di sistemi economici e politici diversi.
Da parte nostra ribadiamo la richiesta di escludere nuovamente Cuba dalla famigerata lista dei cosiddetti Paesi che promuovono il terrorismo, di revocare il criminale blocco economico, commerciale e finanziario e di porre fine a tutte le sanzioni coercitive unilaterali che impediscono al mondo intero di avere relazioni normali con Cuba.
Come Partito Comunista ribadiamo insomma che il “bloqueo” lede gli interessi anche del nostro stesso Paese. Non solo i nostri concittadini che vivono sull’Isola non possono accedere ai loro conti bancari e ricevere le loro pensioni, ma anche le aziende svizzere che vorrebbero commerciare con Cuba non possono farlo. La Confederazione dovrebbe condannare questi diktat extraterritoriali statunitensi, ritornare a una politica estera autonoma e non succube di quella del campo atlantico e finalmente applicare con forza e celerità la decisione del Consiglio nazionale sul postulato n. 20.4332, che esorta la Svizzera a prendere misure concrete contro il blocco economico.