Lo scorso 15 maggio il Segretario di Stato degli USA ha presentato un rapporto in cui si elencano gli Stati che “non stanno cooperando pienamente con gli sforzi antiterrorismo degli Stati Uniti”. Benché quest’anno Cuba sia stata esclusa da questa lista puntuale, essa rimane in un altro documento che denuncia i Paese che presuntamente sponsorizzano il terrorismo. È l’incoerenza dell’imperialismo atlantico nella sua fase declinante, incapace ormai anche di convincere se stesso con la propria propaganda.
L’inserimento di Cuba nella lista dei paesi patrocinatori del terrorismo da parte degli Stati Uniti è stato un atto unilaterale e vergognoso di un governo che non solo si illude ancora di essere il gendarme del mondo, ma che è il vero patrocinatore di guerre e colpi di stato. Sponsor di gruppi terroristi di ogni tipo e di ogni tendenza, gli USA tuttora fomentano movimenti separatisti presuntamente progressisti e organizzazioni di chiara connotazione religiosa in vari paesi del mondo, al fine di destabilizzare intere aree geografiche e soffiare sul fuoco di una continua escalation che ci sta portando verso una guerra di dimensioni globali. Il governo statunitense non ha quindi alcuna legittimità per stilare liste di questo genere, inserendo per di più senza alcuna prova quei paesi che chiedono solamente di poter vivere in modo sovrano e indipendente.
Non ci sfugge che l’inclusione di Cuba in questo elenco inventato dai propagandisti statunitensi ha lo scopo di ostacolare ulteriormente l’economia dell’Isola, di intensificare in modo disumano il blocco economico, commerciale e finanziario imposto da più oltre sessant’anni, che ha gravi ripercussioni sulla vita del popolo cubano ma che limita anche le possibilità del popolo svizzero di sviluppare con Cuba relazioni di cooperazione di vario genere, compreso quello medico, accademico, ecc.
Come Partito Comunista (Svizzera) ribadiamo insomma che il “bloqueo” lede gli interessi anche del nostro stesso Paese. Non solo i nostri concittadini che vivono sull’Isola non possono accedere ai loro conti bancari e ricevere le loro pensioni, ma anche le aziende svizzere che vorrebbero commerciare con Cuba non possono farlo. La Confederazione dovrebbe condannare questi diktat extraterritoriali statunitensi, ritornare a una politica estera autonoma e non succube di quella del campo atlantico e finalmente applicare con forza e celerità la decisione del Consiglio nazionale sul postulato n. 20.4332, che esorta la Svizzera a prendere misure concrete contro il blocco economico.
Come Partito Comunista (Svizzera) esprimiamo come sempre il nostro totale sostegno al popolo cubano, al Partito Comunista di Cuba e al Governo Rivoluzionario perché Cuba non esporta terroristi ma medici e insegnanti e tanta dignità a tutti i popoli oppressi dall’imperialismo e dal neocolonialismo.