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Il 1° gennaio 2024 entrerà in carica il primo Segretario di Stato per la politica di sicurezza della Confederazione. Ad occupare tale funzione sarà il brigadiere Markus Mäder, già rappresentante militare alla Missione svizzera presso la NATO a Bruxelles e già ufficiale di stato maggiore dell’esercito svizzero nell’ambito della missione NATO in Kosovo. Il brigadiere Mäder sostituisce il diplomatico di lungo corso Jean-Daniel Ruch, attuale ambasciatore svizzero in Turchia. Quest’ultimo era stato designato in settembre ma, in modo del tutto inaspettato, a seguito di una pesante campagna mediatica contro la sua persona, si era dovuto ritirare.

Premesso che come Partito Comunista non abbiamo particolare fiducia né in questi uffici creati in modo estemporaneo esclusivamente sulla scia della guerra in Ucraina né in un Consiglio federale che negli ultimi anni si è rivelato essere alquanto debole nel difendere la sovranità nazionale di fronte alle pressioni di UE e USA, non possiamo non rilevare che il nuovo Segretario di Stato, con studi a Londra, ha legami espliciti e sbandierati con la NATO: tutti gli indizi portano a credere che il suo intervento sarà atto a indebolire ulteriormente la neutralità svizzera. Anche la sua vice, Pälvi Pulli è nota da sempre per le sue posizioni belliciste, a favore non solo di una maggiore integrazione dell’esercito svizzero nella NATO, ma anche della riesportazione di armi al regime ucraino e all’invio dei coscritti svizzeri all’estero.

Il dato che più preoccupa, e su cui Berna farebbe bene ad aprire un’inchiesta, sono però le ingerenze di governi stranieri in questa nomina: si tratta di uno scenario citato a fine novembre dalla “Weltwoche” che ha ricordato come Ruch si fosse espresso sia a favore della neutralità svizzera, sia criticamente sulla NATO e come, nella primavera 2022, avesse aiutato le autorità turche nelle trattative di pace fra Ucraina e Russia (poi sabotate dai britannici). Egli peraltro, durante il suo precedente mandato a Tel Aviv, aveva saputo intavolare un dialogo anche con Hamas, inimicandosi il regime israeliano e le lobby sioniste attive in quasi tutti i partiti presenti a Palazzo federale.

È evidente che all’interno della classe dirigente svizzera continua l’aspra lotta di potere fra una borghesia favorevole alla neutralità e alla sovranità nazionale e una borghesia svendipatria del tutto piegata ai diktat di USA/UE e di Israele. Questo confronto è direttamente legato alle dinamiche internazionali che come Partito Comunista abbiamo individuato da tempo e che vede il campo atlantico scontrarsi con i paesi emergenti che ambiscono al multipolarismo.

Al fine di tutelare la pace e la sicurezza del nostro Paese in questo pericoloso conflitto geopolitico bisogna impedire al nuovo Segretario di Stato per la politica di sicurezza di schierarsi, occorre non solo firmare l’iniziativa popolare per la neutralità ma anche strutturare meglio nel corso del 2024 la campagna “No UE – No NATO” promossa dal Partito Comunista.

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