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A. Tutti gli obiettivi che ci eravamo posti alla Conferenza d’Organizzazione riunitasi a Balerna il 15 ottobre 2022 sono stati raggiunti. Abbiamo unito i comunisti, abbiamo aumentato di 523 i voti di lista sfiorando il 2% dei consensi, abbiamo consolidato i nostri due seggi nel parlamento ticinese, ma abbiamo anche (e forse soprattutto) sfidato con coraggio il tentativo di isolarci e di calunniarci. Schierando il Partito a favore della neutralità abbiamo saputo collegarci alla tradizione del movimento operaio svizzero ma anche intercettare consensi nuovi. La nostra campagna elettorale incentrata sulle priorità «Neutralità – Lavoro – Servizio pubblico» e il nostro metodo di opposizione propositiva si sono rivelati essere corretti, tanto da poterli reiterare ora anche per le elezioni federali del prossimo 22 ottobre. Il PC è oggi più che mai consapevole che la neutralità garantisce la sovranità, senza la quale è esclusa qualsivoglia trasformazione sociale.

B. Come il nostro Partito aveva previsto oltre un decennio fa, siamo entrati in una nuova epoca storica che vede progredire il multipolarismo a scapito del sistema atlantico di stampo neo-liberale. Un futuro di progresso economico e sociale sarà quindi possibile per la Svizzera solo se saprà collocarsi con lungimiranza in questa nuova conformazione globale, ribadendo la propria indipendenza ed emancipandosi dai diktat imposti dall’imperialismo euro-statunitense. Al fine di frenare questa prospettiva è in atto oggi un attacco serrato (diplomatico e mediatico) per sfiancare il popolo svizzero e costringerlo a rinunciare alla neutralità. Ciò avviene con l’ausilio di una parte di borghesia “svendipatria” che agisce indisturbata anche a causa di una sinistra elitaria che ha rinunciato alla propria indipendenza di classe. Non è nemmeno un caso che, da quando ci siamo inseriti in questa contraddizione di fondo, il nostro Partito stia subendo ogni forma di attenzioni e calunnie. Occorre quindi cogliere tutte le occasioni possibili per far conoscere sul piano di massa la linea innovativa dei comunisti svizzeri: ecco perché riteniamo utile presentare una lista alle prossime elezioni federali che non nasconda la nostra identità comunista e la nostra voglia di cambiamento, ma che nel contempo sappia anche porre in modo trasparente ed esplicito le priorità del momento, l’opposizione cioè all’UE e alla NATO.

C. Tali priorità, nel solco delle quali inseriamo il nostro impegno, non devono quindi annacquare la nostra strategia, ma semmai permetterle di esplorare nuove vie per provare a incidere nella società con senso politico, sapendo cioè estendere l’interesse per le nostre proposte e i nostri temi: opporsi all’UE significa infatti difendere i diritti del lavoro e lottare contro le liberalizzazioni dei nostri servizi pubblici; opporsi alla NATO significa frenare la corsa al riarmo, restituire dignità alla nostra diplomazia ma anche riallocare le risorse a favore della cooperazione economica con le nazioni emergenti invece che della guerra. Le prossime elezioni federali siano dunque un mezzo per ribadire le nostre idee e, tramite esse, rafforzare il Partito, la sua organizzazione e la nostra disciplina di militanti altruisti e solidali, facendo conoscere il PC per la sua postura equilibrata fra il rigore di un’avanguardia e la linea di massa della cultura nazional-popolare.

D. La rinuncia a presentare una nostra candidatura di bandiera alle elezioni federali del 2019 per metterci a disposizione – generosamente e responsabilmente – per il progetto unitario «Verdi e sinistra alternativa» congiunto al Partito Socialista (PS) era atto a strappare un seggio alla destra (concretamente alla Lega). Il bilancio a fine legislatura, tuttavia, non può che dirsi modesto: la collaborazione con i Verdi non è stata soddisfacente anche perché non vi è stata coerenza con l’impostazione anti-europeista che avevamo concordato. Con preoccupazione, abbiamo pure dovuto prendere atto come le frazioni parlamentari di PSS e Verdi alle Camere federali abbiano stravolto la tradizione della sinistra, imbarcandosi in un’irresponsabile svolta atlantista (a tratti addirittura bellicista) fatta di sanzioni unilaterali, ingerenze negli affari interni di nazioni sovrane, subalternità all’agenda globalista di UE e USA e, in ultima analisi, abbandono ostentato della neutralità svizzera e della nostra indipendenza nazionale. Tutto ciò comporterà ripercussioni negative sulla pace e sui diritti sociali dei lavoratori, poiché gli effetti di questa politica riguardano non solo la nostra sicurezza, ma anche la politica economica, energetica, alimentare e sociale. Il maldestro tentativo di PS e Verdi di isolare il PC alle scorse elezioni cantonali ticinesi, adducendo un discrimine di natura geopolitica, rende oggi impossibile (oltre che incoerente) congiungere le liste con il PS e i Verdi per il Consiglio Nazionale dove, appunto, la politica estera è dirimente; tanto più che da parte nostra significherebbe contribuire a rafforzare la frazione parlamentare socialista che ha addirittura proposto di esportare armi a paesi in guerra mettendo così in pericolo la pace e i nostri giovani coscritti.

E. La Conferenza d’Organizzazione del PC, viste le indicazioni di cui sopra, risolve quindi quanto segue:

1) Il Comitato Centrale (CC) è incaricato di presentare una lista al Consiglio Nazionale che ponga al centro la difesa della neutralità svizzera. La stessa dovrebbe avere una denominazione coerente con tale orientamento e quindi chiamarsi «No UE – No NATO». Al CC è data facoltà di aggiungere la sigla o il nome del Partito se utile ai fini della comunicazione.

2) Il CC è incaricato, in assenza di una candidatura di sinistra che ponga al centro in modo credibile le suddette priorità, di valutare di presentare anche una candidatura al Consiglio degli Stati che le possa tematizzare al meglio.

3) Stabilito che non ci si può alleare con partiti che hanno perorato l’invio di armi a paesi in guerra, che hanno adottato sanzioni unilaterali, che non sostengono la neutralità integrale della Svizzera e che ipotizzano una sua futura adesione all’Unione Europea, si opta per valorizzare le nostre peculiarità e si esclude ogni congiunzione di lista.

4) Il CC è incaricato (con facoltà di negoziazione) di proporre al Partito Operaio e Popolare (POP) un’alleanza ai sensi della lista così come descritta al punto 1. Nel contempo il CC è incaricato di intensificare gli scambi con il Partito del Lavoro di Basilea che si candida a sua volta al Consiglio Nazionale.

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