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Nel 2020 il Gran Consiglio approvava una mozione del Partito Comunista in cui si chiedeva in sostanza di abolire il numero chiuso per accedere ai corsi passerella al Liceo di Bellinzona. Benché il Consiglio di Stato invitasse a respingere tale mozione (adducendo motivi di risparmio nella decisione di ridurre i posti di detto corso), il rapporto commissionale (approvato dal parlamento) nelle sue conclusioni evadeva la mozione chiedendo al Consiglio di Stato quanto segue:

I. l’abolizione del numero chiuso per il Corso Passerella “maturità professionale/ maturità specializzata – scuole universitarie”;
II. il potenziamento dell’informazione presso le Scuole di maturità professionale, le Scuole specializzate, l’Ufficio dell’Orientamento professionale e “La città del mestieri” perché i potenziali candidati del Corso passerella siano informati adeguatamente e capillarmente sulle difficoltà del percorso che intendono intraprendere e sulla mole di lavoro che lo stesso comporta;
III. una valutazione dopo due anni dei risultati ottenuti dagli iscritti al Corso passerella per verificare se e in che misura la cancellazione del numero chiuso abbia contribuito o meno all’aumento percentuale degli insuccessi. Sulla base di questi risultati sarà così possibile riflettere sugli eventuali correttivi necessari per sostenere in modo più efficace le candidate e i candidati.

Lo spirito della terza richiesta è stato chiarito nel dibattito sulla mozione in plenum dove il deputato Massimiliano Ay (Partito Comunista) ha dichiarato: “facciamo nostri i suggerimenti al DECS presenti nel rapporto della collega Biscossa circa il potenziamento dell’informazione e la possibilità, dopo due anni dall’implementazione, di apporre i correttivi volti a sostenere in modo più efficace i candidati a questo esame. Mi preme sottolineare che, non si tratta di fare passi indietro dopo due anni, bensì, se vi fossero troppi insuccessi, a migliorare l’accompagnamento degli allievi”.

Nell’ambito dello stesso dibattito (e il dibattito parlamentare conta!) questa terza richiesta non è stata né allentata dalla Commissione, né tantomeno meglio sviluppata dal governo, venendo giusto ribadita la priorità del diritto allo studio rispetto al rischio di maggiori bocciature e l’importanza del lavoro di informazione.

Il 3 aprile scorso il DECS ha diramato un comunicato stampa in cui si legge: “Tenuto conto dell’alto tasso di bocciature conseguente alla sperimentazione di un’apertura dei corsi illimitata nell’anno scolastico 2021/2022 e dei dati relativi all’anno scolastico in corso, sono istituiti 3 corsi con al massimo 75 iscritti. Gli iscritti saranno selezionati sulla base di una graduatoria ottenuta calcolando la media pesata delle note delle materie dell’ambito fondamentale (le note di italiano e di matematica hanno peso doppio) riportate sull’attestato di maturità professionale e la nota complessiva”.

In pratica, dunque, si tratta di una reintroduzione – senza nemmeno passare dal parlamento – del numerus clausus!

Non ci risulta vi sia stata però una successiva disposizione da parte del Gran Consiglio che modificasse la sua decisione e pare quindi che il Consiglio di Stato abbia deciso di sua sponte di reintrodurre il numero chiuso. Poniamo quindi le seguenti domande:

1) su quali basi è stata decisa la reintroduzione del numero chiuso, visto il chiaro tenore delle conclusioni del rapporto approvato dal Gran Consiglio?

2) per quali motivi è stata adottata questa decisione senza peraltro prima sentire la Commissione formazione e cultura?

3) qual è stato l’esito della valutazione (se mai c’è stata) dei risultati ottenuti dagli iscritti al corso passerella richiesta dal rapporto approvato dal Gran Consiglio?

4) prima di ogni decisione non sarebbe stato più serio e rispettoso del ruolo del parlamento fornire allo stesso una panoramica statistica sulla percentuale di successi, insuccessi, richieste e ammissioni negli ultimi anni (2022 compreso)?

5) Chiediamo al Consiglio di Stato di fornirci una panoramica statistica sulla percentuale di successi, insuccessi, richieste e ammissioni negli ultimi anni (2022 compreso).

6) quali misure sono state valutate e/o adottate per sostenere in modo più efficace i candidati al corso passerella (cfr. rapporto approvato dal Gran Consiglio e dibattito in aula);

7) in che modo è stato effettivamente potenziata l’informazione relativa al percorso del corso passerella (cfr. rapporto approvato dal Gran Consiglio e dibattito in aula) prima di reintrodurre il numero chiuso che il Gran Consiglio aveva deciso invece di abolire?

Massimiliano Ay e Lea Ferrari, deputati del Partito Comunista

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