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Per una gestione dei rifiuti a misura della popolazione

Negli ultimi anni ho sentito spesso ripetere a mo’ di mantra “quando si parla di gestione dei rifiuti a Morbio si accendono discussioni”, e credo che questa affermazione colga un problema reale del nostro Comune. Ciò che però mi aspetterei a seguito di questa frase non è una sequela di argomenti che vorrebbero convincere del come o del perché la mia, la tua o la sua soluzione sia la migliore, ma un’analisi, in primo luogo politica, che indaghi il perché e il come il problema rifiuti sia un problema. Per questo sono personalmente rimasto basito nel leggere la presa di posizione del comitato “antireferendario” a favore dell’ecocentro, comitato di cui mi sfugge la ragion d’essere, dal momento che l’iniziativa e il referendum, dopo le elezioni, sono il culmine della partecipazione popolare alla gestione della cosa pubblica. Insomma, l’invito a non firmare il referendum, oltre a confliggere con la buona creanza politica, rappresenta una pericolosa richiesta di rinunciare a un diritto politico proprio di ogni cittadino.

Ma non è mia intenzione fare sterile polemica sui modi, per quanto importanti per la politica istituzionale, quanto piuttosto sfruttare l’infelice comunicato dei favorevoli per evidenziare quelle che sono le criticità reali del progetto che vorremmo sottoporre al voto popolare; non il come ma il cosa, con una breve appendice sulle accuse lanciate reinterpretando a piacere le posizioni espresse negli anni dagli allora gruppi di MorbioVerde e Unità Socialista. In primo luogo se analizziamo il problema senza il pregiudizio di voler dimostrare che una soluzione sia migliore delle altre, vedremmo che il progetto proposto non è per nulla la parola fine all’annosa questione dei rifiuti: sarebbe una soluzione temporanea che fra trent’anni (a onor del vero, trent’anni più possibili proroghe, ma non certe) dovrà essere demolita, riportando il problema allo stato attuale; questo è quanto previsto dalla convenzione stipulata con la parrocchia, proprietaria del fondo. Secondariamente non vi sono evidenze che almeno in questi trent’anni questa sia la soluzione migliore, anzi a mio parere tutt’altro: la struttura che verrà costruita sarà l’unico punto nel comune dove sarà possibile gettare carta, plastica, PET, peggiorando il servizio di prossimità e obbligando quindi le famiglie di Morbio a fare ricorso continuo all’ecocentro, generando quindi una mole imponente di traffico. Il gruppo di Morbio2030 in Consiglio comunale ha contestato le previsioni ottimistiche del traffico presentate dal Municipio, poiché, sulla scorta di quanto appena esposto, le circa 2000 famiglie di Morbio dovranno gettare la carta almeno una volta ogni due settimane, il che significa circa 200 auto al giorno che transiteranno su via Lischée, che ricordo essere adiacente al centro sportivo, agli orti comunali, ai percorsi pedonali della Val di Spinée, al riale Müfeta che sarà rinaturato, e ovviamente alle scuole. C’è da dire che per incontrare le esigenze degli scolari il Municipio prevede di ridurre gli orari di apertura del futuro ecocentro, cosa che però dall’altro lato significa un ulteriore peggioramento del servizio di prossimità offerto dalle piazze e la compressione di 200 auto al giorno in 3 ore, portando così la frequenza del traffico a oltre una macchina al minuto in una zona cui si vorrebbe dare ben altra vocazione. Insomma, analizzando dietro il castello retorico della “migliore soluzione possibile” non riesco che a vedere una gestione del territorio schizofrenica, che da un lato restituisce alla popolazione aree verdi (rinaturazione Müfeta) mentre dall’altro ci piazza di fianco un generatore di traffico come quello appena descritto. Ci sarebbe molto altro da dire, ma rimando per questo all’argomentario completo presente sul sito www.noecocentromorbio.ch.

Veniamo alle accuse di incoerenza, lanciate anche dal municipale Meroni in Consiglio comunale, dove, sempre perché i modi nella politica istituzionale sono importanti, non era stato richiesto il suo intervento né in materia del progetto né tantomeno in giudizi che da municipale soggetto alla collegialità non potrebbe permettersi, ma ormai tant’è. Meroni, aggrappandosi a un’interpellanza del 2018, ha voluto portare all’attenzione del Consiglio comunale il secondo lui fatto che i gruppi di Unità Socialista e MorbioVerde sarebbero stati favorevoli all’ecocentro, dimenticandosi però che quell’interpellanza faceva seguito a una mozione giudicata irricevibile l’anno prima, che portava il nome di “Per un ecocentro condiviso con Chiasso”. Inoltre, anche se mi sembra di mancare di rispetto all’intelligenza di Meroni, vorrei far notare che essere a favore di UN ecocentro non preclude in nessun modo il fatto di essere contro QUESTO specifico progetto con le criticità esposte. In ogni caso l’interpellanza è pubblica e si può leggere sul sito del Comune, e chiunque noterà che non vi sono incongruenze con gli auspici espressi dai due rapporti di minoranza delle Commissioni della gestione e dell’edilizia e opere pubbliche, che chiedevano la considerazione della posa di contenitori interrati presso le attuali piazze di raccolta e una collaborazione con Chiasso per quanto riguarda gli ingombranti.

Per tutti i motivi sopra esposti invito quindi la popolazione di Morbio Inferiore a firmare il referendum contro l’ecocentro, ricordando che i formulari sono scaricabili sempre all’indirizzo noecocentromorbio.ch.

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