Care compagne, cari compagni,
Dallo scorso congresso, il Partito Comunista ha portato avanti in modo coerente e pragmatico l’obbiettivo di una maggiore “normalizzazione” del Partito e dei suoi militanti. Uno degli strumenti individuati nello scorso documento congressuale era quello di entrare con i nostri quadri e militanti nei legislativi comunali per incrementare la conoscenza della nostra organizzazione politica e instaurare una maggiore fiducia nell’azione del Partito e dei suoi esponenti. Abbiamo per questo organizzato una conferenza cantonale sulla politica comunale nel febbraio 2012 per discutere, analizzare e definire quale avrebbe dovuto essere la nostra linea d’azione all’interno dei consessi comunali. Alle scorse elezioni comunali il numero dei nostri consiglieri comunali è raddoppiato arrivando a una quindicina: siamo riusciti a entrare o rientrare in legislativi dove eravamo assenti e a conquistare dei seggi – addirittura due – in grandi centri come Lugano. Questa è la dimostrazione di un lavoro serio e costante, svolto sul territorio dalle sezioni del Partito, che ha permesso di radicarci a livello comunale e regionale, nonostante molto rimanga ancora da fare per poter fare un definitivo salto di qualità. In quasi tutti comuni ci siamo alleati, su base programmatica, col Partito Socialista o con gruppi indipendenti che si rifanno ad esso nei quali abbiamo intravvisto delle possibili collaborazioni su temi puntuali a livello comunale. L’esperienza si è rivelata soddisfacente da un punto di vista di risultati elettorali, mentre per quanto riguarda l’azione politica comune – specialmente nei grandi centri come Locarno e Bellinzona – si sono riscontrate diverse discrepanze e posizioni in antitesi su temi politicamente importanti, segno di una differenza di analisi e lettura delle dinamiche politiche non indifferente sulla quale dovremmo sicuramente chinarci, anche perché riscontriamo un appiattimento tecnico-amministrativo da parte del PS che è preoccupante per l’intera sinistra. Da parte nostra dovremo ora migliorare la formazione dei nostri legislatori e meglio coordinare la nostra azione in questi consessi istituzionali.
Il 21° congresso del 2011 identificava nei giovani il blocco sociale che costituisce in buona parte la base del Partito Comunista. Il Comitato Cantonale ha dunque cercato di trovare un equilibrio tra le rivendicazioni sociali – prioritarie per l’impostazione marxista – e quelle inerenti i diritti civili, in modo tale da risultare sempre fresco e attrattivo nei confronti della fetta di popolazione spesso spoliticizzata con cui entriamo in contatto. Si trattava dunque, senza intaccare la nostra linea e consapevolezza ideologica, di porci in modo flessibile sul piano tattico per mostrare che le proposte del Partito Comunista sono sempre all’avanguardia per un superamento in senso migliorativo della società capitalista svizzera: il marxismo-leninismo. Si proponevano dunque alcune tematiche che per la base giovanile sono di grande importanza: l’anti-militarismo (sul quale ci siamo mossi sempre come referenti sul tema a livello cantonale, come dimostra la recente campagna per l’abolizione della leva obbligatoria e la precedente raccolta firme e che oggi continua contro i nuovi cacciabombardieri), che rappresenta uno strumento per cercare di intaccare una vacca sacra della borghesia svizzera che svolge un’attività di controllo sociale reazionario di non poco conto; l’ecologismo (affrontato con il documento “per una svolta eco-socialista”, che poneva al centro un dato politico assolutamente importante come l’impossibilità di una vera svolta ecologista senza un’ economia razionale e una società socialista e libera dai dettami economici neo-liberali) che ci ha permesso di porci a sinistra come un Partito anche attento alla questione ambientale e critico sulle cosiddette grandi opere, e di smarcarci dalla politica ecologista poco lungimirante e incisiva portata avanti da altri partiti e movimenti in Ticino; gli spazi di aggregazione giovanile, sui quali siamo impegnati da anni assieme al Sindacato Indipendente Studenti e Apprendisti (SISA) nel rivendicare gli spazi autogestiti della Casetta Ex-Zoni di Bellinzona che un’amministrazione socialdemocratica piegata ai diktat liberali vuole demolire sapendo che ciò distruggere l’unità della sinistra in città. Questi temi ci hanno permesso di diffondere un messaggio di critica al modello borghese, dove sprechi di soldi, distruzione dell’ambiente, speculazione edilizia e politiche autoritarie e paternaliste sono all’ordine del giorno. Il lavoro svolto su questi temi è stato sicuramente importante, ma in tal senso conviene lasciare spazio anche alla sezione giovanile del Partito, la Gioventù Comunista, che per caratteristiche e struttura organizzativa può essere sicuramente un referente più facile da avvicinare per i giovani e che può permettersi anche di osare di più – sia a livello contenutistico ma soprattutto a livello comunicativo e di linguaggio – su diversi temi, fungendo da catalizzatore delle rivendicazioni giovanili. E la Gioventù Comunista si è infatti dotata di un programma riorganizzativo per rilanciarsi con fare più aggressivo e aggregando nuove generazioni che a sinistra non vedono nessun altro se non i comunisti!
Essere comunisti significa essere vicini alla popolazione – e in particolare alle sue fasce meno abbienti – sotto molteplici punti di vista. Abbiamo perciò deciso di rendere la nostra sede cantonale a Locarno – la Casa Gabi – oltre che un luogo dove riunirsi e sviluppare l’attività politica del Partito, anche un punto di ritrovo per giovani e non della regione, dove vengono svolte vari tipi di attività che spaziano dalla cultura alla semplice aggregazione sociale libera dai dettami dell’economia privata. Negli ultimi anni abbiamo eseguito, con l’aiuto di vari compagni, svariati lavori di miglioria atti a renderla più accogliente, ospitale e sicura per coloro che ci si recano, anche se resta ancora molto da fare. Il progetto lanciato di far divenire Casa Gabi un vero e proprio centro di aggregazione sociale e culturale, attraverso momenti di studio collettivo, corsi di musica, mercatini di libri usati ecc. con una certa regolarità è ancora in fase di progettazione e sviluppo. Vista la difficoltà nell’attuazione – dovuta alla lontananza per studi e ai molteplici impegni lavorativi e extra-lavorativi di molti compagni – occorrerà certo una fase di riflessione e discussione su come riuscire a sviluppare qualcosa in questo senso compatibilmente con la regolare attività di Partito e che sia facilmente gestibile e controllabile dai compagni della regione.
Per quanto riguarda la questione sindacale, sulla quale avevamo ritenuto importante chinarci per comprendere quali potessero essere gli sbocchi concreti per ricostruire la presenza dei comunisti nel mondo del lavoro, vi sono stati pochi sviluppi in concreto. Pur ritenendo la questione sindacale di fondamentale importanza per l’azione di un Partito Comunista, in quanto rappresenta un’organizzazione di massa con la quale è possibile far emergere il conflitto di classe tra capitale e lavoro, non crediamo che in questo momento esista un sindacato che agisca davvero in ottica del superamento della “pace del lavoro”, della creazione di fronti di rivendicazioni sociali che vadano oltre l’azione sui luoghi di lavoro e che si svincoli da ogni forma corporativista. Non avendo in questa fase di sviluppo del Partito la forza per creare un nuovo sindacato di base che si sviluppi su un modello strutturato dal nostro movimento politico e non vedendone peraltro sbocchi di massa reali, tendiamo ad escludere per il momento una tale idea. Abbiamo valutato anche la questione della corrente di classe nelle federazioni dell’USS, tuttavia va detto che attualmente la composizione sociografica dei nostri quadri non permette di costruire una seria strategia di lavoro in questo ambito e non abbiamo alcuna intenzione di fare del velleitarismo nei sindacati per creare strutture autoreferenziali, né favorire alcun frazionismo settario nel movimento sindacale. Il Comitato Cantonale ha dato però mandato alla Segreteria del Partito di precisare direttamente con il compagno Giorgio Mawrikos, segretario generale della Federazione Sindacale Mondiale, che tipo di contributo possiamo dare in Svizzera al sindacalismo di classe diretto dai compagni del PAME greco, della CTC cubana, della USB italiana. Di tutto questo immagino che la relazione politica del compagno Segretario terrà conto e aggiungerà dei dettagli, ma già questo basta per smentire chi afferma oggi in modo strumentale che il Partito non fa niente in ambito sindacale: noi invece agiamo, magari lentamente e in modo cauto, è vero, ma senza scatti avventuristici che non servono a incidere nei rapporti di forza. Il Partito ha in chiaro insomma i suoi doveri nel movimento operaio, ma conosce anche i suoi limiti attuali e sa analizzare la realtà nella quale ci muoviamo.
Nell’analisi dell’azione del Partito Comunista, abbiamo sempre ritenuto la comunicazione come un elemento non strutturale nel nostro agire, ma che deve rivelarsi flessibile tatticamente e sempre legato al contenuto e al contesto politico di ogni azione, dimostrazione e presa di posizione. Nella fase attuale, abbiamo però riconosciuto che la forma comunicativa è diventata sempre più fondamentale in ogni ingranaggio della società, e in molti casi sta sorpassando nostro malgrado il ben più importante livello contenutistico. Lungi dal Comitato Cantonale l’idea di scadere nelle dinamiche di personalizzazione, spettacolarizzazione e distorsione che la politica nostrana e non sta sviluppando, ci siamo resi però conto che serviva un giusto equilibrio nel portare avanti dei contenuti importanti e di classe ma con una forma che li rendesse attraenti e portasse maggiormente i riflettori sulla nostra azione politica quotidiana, istituendo anche un dipartimento comunicazione all’interno del Comitato Cantonale. Campagne come “Adesso S.E.S.S.O”, la “Tassa dei Milionari”, la campagna sulla Piazza Finanziaria, la “Svolta Eco-Socialista”, e molte altre condotte dalla nostra sezione giovanile, hanno contribuito a far discutere e parlare di temi a noi cari, partendo sempre da solide basi ideologiche contenute nelle campagne politiche lanciate, avvicinando così il Partito Comunista alla popolazione, e la popolazione al Partito Comunista. La crisi che il nostro giornale, “L’Inchiostro Rosso” stava attraversando durante lo scorso congresso, ha portato il Partito Comunista a dover prendere la decisione di chiudere i battenti. Oltre ai problemi finanziari, l’autoreferenzialità del giornale era diventata troppo forte per sperare di recuperare. Dopo lunghe discussioni, abbiamo deciso di concentrare le notizie più di informazione sul portale on-line “Sinistra.ch”, e di ridefinire in parte la linea editoriale del nostro giornale, mentre il sito di approfondimento comunisti.ch è ancora in fase di elaborazione. Partendo da esperienze concrete sviluppate dai compagni italiani, come “MarxXXI” e “Politica&Classe”, abbiamo creato un nuovo quadrimestrale di approfondimento chiamato “politicanuova”. In esso abbiamo cercato di unire da un lato la parte più moderna e accattivante – con l’impaginazione e la scelta del nome che richiama ai social-network – e la parte di approfondimento e analisi marxista. A coté del giornale, che sta avendo un ottimo seguito come diffusione e abbonamenti, stiamo sviluppando – sempre sotto il brand politicanuova – una serie di video di approfondimento nei quali i compagni spiegano alcune prese di posizione del Partito, e chissà che in un futuro non si riesca anche a sviluppare un’attività editoriale partendo da testi, saggi e tesi redatti all’interno del Partito Comunista.
Quello che è chiaro è che solo col contributo militante di tutte le compagne e i compagni riusciremo a far progredire tutto questo importante lavoro, fondamentale per consolidare il Partito e quindi essere percepiti come reale forza di alternativa, credibile e seria a sinistra. Questo, a grandi linee, il rapporto che ci sentiamo di fare del lavoro svolto durante gli ultimi due anni dal Comitato Cantonale e dalle varie organizzazioni del Partito. Vi ringrazio per l’attenzione e vi auguro un proficuo e partecipato lavoro congressuale.