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Nell’autunno 2020 il popolo svizzero decise, con il 50,1% cioè per soli 8’000 voti di scarto, di acquistare nuovi velivoli da combattimento. Un risultato politicamente pessimo per il governo e per lo Stato Maggiore Generale che, nonostante la propaganda allarmista, non aveva saputo davvero convincere il paese della reale necessità di rinnovare la flotta dell’aviazione militare.
Commentando quel risultato il nostro Partito fu l’unico ad avvertire di quanto segue: “gli aerei che il governo svizzero acquisterà avranno un vincolo tecnologico e informatico: la loro reale operatività sarà quindi decisa non a Berna ma presso la NATO, sottomettendo la nostra sicurezza nazionale e la nostra neutralità alle decisioni strategiche di un ben preciso campo geopolitico” (nostro comunicato stampa del 27 settembre 2020).

Come volevasi dimostrare: il governo sta cedendo la nostra neutralità ai diktat atlantisti e intende procedere all’acquisto di aerei “made in USA” che costeranno durante la loro vita operativa fino a 30 miliardi di franchi e per difenderci da chi? Dai paesi NATO che ci circondano, forse?

Il Partito Comunista è pronto a contribuire nuovamente a un’ampia coalizione per un’iniziativa popolare che impedisca alla CIA di entrare nei cockpit di aerei che presuntamente dovrebbero difendere la nostra sovranità!
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